
"Molte di loro hanno viaggiato anche per trenta ore di fila, portando con sé i figli grandi e quello ancora da mettere al mondo, nelle loro pance". Sono già almneo dieci le donne in fuga dall’Ucraina che si sono rivolte ai servizi offerti dai Consultori dell’area pistoiese e della Valdinievole, diretti dalla dottoressa Paola Delia Marini. Servizioa loro dedicati, come spiega la dottoressa, che da dal 2000 è responsabile del centro di Montecatini e dal 2017 anche di quelli di Prato e di Pistoia. L’accesso ai consultori è diretto e c’è la possibilità di richiedere un mediatore linguistico.
"Le donne che abbiamo visitato in questi giorni, erano diciamo delle priviligiate, nel senso che si tratta di persone che sono riuscite a lasciare i luoghi di guerra autonomamente, con le proprie auto, anche se hanno dovuto affrontare un viaggio lunghissimo, senza i loro padri o mariti al fianco, e spesso portando con sé anche i figli più grandi, oltre a quello in grembo". Nella nostra provincia i consultori dedicati alle donne ucraine sono a Pistoia presso il Centro Donna in piazza San Bartolomeo, 5 con apertura il giovedì dalle 14 alle 15 e il venerdì dalle 14.30 alle 15.30, riferimento "Consultorio Pistoia" [email protected]; e a Montecatini presso il Centro Donna in via San Marco 40 con orario lunedì dalle 12 alle 13, riferimento “consultorio Montecatini” [email protected]
"Nei nostri consultori – spiega la dottoressa Marini – siamo allenati ad accogliere le donne con situazioni di emergenza, donne straniere sfuggite da zone di guerra o vittime della tratta. Tutte trovano il supportro di specialisti medici ma anche di psicologi e sono affiancate, dove necessario, da mediatori linguistici. Le donne ucraine in gravidanza, che abbiamo accolto in questi giorni, presentavano tutte situazioni non di particolare gravità: hanno portato con sé gli esami diagnostici eseguiti nel loro paese e ora sono state inserite nei nostri percorsi standard, che prevedono l’apertura del libretto di gravidanza e gli esami di routine. Nella maggior parte di casi, si tratta di donne che avevano qui in Italia un famigliare, altre invece hanno trovato ospitalità presso una famiglia che aveva dato la disponibiltà all’accoglienza e infine altre sono alloggiate in una casa di accoglienza".
Per tutte le donne straniere come le ucraine, la dottoressa Marini spiega che c’è la possibilità di essere coperte dall’assistenza sanitaria, tramite la semplice richiesta presso il Cup del Stp, la tessera per gli "stranieri temporaneamente presenti".
Martina Vacca