Due velocità. Pistoia ha ancora del lavoro da fare. Lo dicono i numeri. Rispetto alla raccolta differenziata, nel 2022, seppur con dieci anni di ritardo rispetto a quanto previsto dalla normativa europea, si è superato l’obiettivo del 65% di rifiuti differenziati a livello nazionale. Anche in Toscana è stato superato lo stesso obiettivo: è del 65,6% il livello di raccolta differenziata, con notevoli disparità fra i singoli capoluoghi, visto che si va dall’ 81,8% a Lucca al 48,7% a Pistoia (una produzione pro capite di 516,5 kg).
A livello regionale aumenta del 3,8% rispetto al 2023 la spesa sostenuta da una famiglia toscana per la tariffa dei rifiuti: in media nel 2024 è di 373 euro rispetto ai 360 euro dello scorso anno. Spiccano le differenze fra i singoli capoluoghi: a Pistoia la spesa media sarà 448 euro, ovvero il 2,1% in più dell’anno precedente quando la tariffa media si è fermata a 438 euro. L’indagine ha interessato le tariffe rifiuti
applicate in tutti i capoluoghi di provincia italiani nel 2024, e ha preso come riferimento una famiglia tipo composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. I costi rilevati sono comprensivi di Iva (ove applicata) e di addizionali provinciali. Per quanto riguarda la tipologia di rifiuti differenziati nel 2022 la percentuale più elevata è relativa alla frazione organica (38,3%), seguita da carta (19,3%) e vetro (12,3%) e plastica (9%).
Le percentuali più basse riguardano i Raee (1,4%) e i rifiuti tessili (0,8%). Il fatto che l’85% delle famiglie si dichiari sensibile al ciclo dei rifiuti e l’89,5% affermi di impegnarsi nel differenziare i rifiuti è sicuramente positivo e riflette una crescente consapevolezza ambientale. Tuttavia, la discrepanza tra l’impegno dichiarato e la pratica effettiva (solo il 61% dei rifiuti viene differenziato correttamente) è un segnale che ci sono delle difficoltà nel portare nella quotidianità quanto promesso.