REDAZIONE PISTOIA

Contrastare la disoccupazione: "Più coesione tra scuola e lavoro"

L’analisi di GIoffredi (Cgil) sui dati negativi: "Pochi giovani nel tessuto e tanta inoccupazione per le donne". Un trend che parte da lontano: "Nel 2000 l’industria era al 70%, adesso è al 19%. Terziario fluttuante".

Contrastare la disoccupazione: "Più coesione tra scuola e lavoro"

"Non sono sorpreso, purtroppo, dai dati pubblicati riguardanti il tasso di disoccupazione presente nella nostra provincia: al di là di un momento di controtendenza nel 2022, in uscita dal periodo cupo della pandemia, sono oramai diversi anni che la fotografia è questa".

Dopo l’analisi, pubblicata ieri sulle nostre colonne, relativa all’occupazione sul territorio, con Pistoia maglia nera in Toscana per tasso di disoccupazione, abbiamo chiesto un parere a Daniele Gioffredi. Il segretario provinciale della Cgil è da sempre particolarmente attento a questi – ma anche altri – numeri, che da tempo mettono in evidenza la contrazione del mercato del lavoro in provincia e, soprattutto, la mancanza (almeno in questo momento storico) di spiragli concreti per un rilancio dell’economia.

"Ci ricordiamo bene il picco del tasso di disoccupazione al 16% di alcuni anni fa – afferma Gioffredi –: adesso quei numeri sono lontani, ma non c’è da esserne troppo contenti perché i riferimenti che preoccupano sono quelli sulla mancata presenza dei giovani nel mondo produttivo e sull’inoccupazione delle donne, seconda provincia della Toscana: questo significa fare i conti con un territorio che è sempre più povero con un aumento importante della precarietà". Nonostante la continuità col resto dell’area metropolitana che guarda verso Prato, Firenze ed Empoli seppur con il Montalbano in mezzo, la situazione generale per la provincia non sembra volgere al meglio anche perché la tendenza è scritta da più di un decennio: quello che un tempo era un punto di forza, ovvero il manifatturiero, oggi è una debolezza e si rimane a galla soltanto grazie al terziario che, però, è decisamente più instabile e fluttuante.

"Nel 2000 il 70% degli occupati erano nell’industria, oggi siamo soltanto al 19% – prosegue Gioffredi – è per questo che assistiamo ad una desertificazione della manifattura che si porta con se redditi bassi e sempre più vicini a quelli di Massa Carrara, ovvero la provincia meno ricca della Toscana. C’è poi il capitolo della cassa integrazione – aggiunge – con i numeri del 2023 che, a grandi linee, sono in aumento rispetto al 2022 ed è un altro aspetto tutt’altro che rassicurante". Cosa fare, quindi? "Da parte nostra proponiamo maggior coesione fra scuola e mondo del lavoro, puntare di nuovo sulle facoltà universitarie a Pistoia di qualità e dare vita ad una vera e propria Fondazione Its, non limitandosi solo ai corsi. Solo così – conclude il segretario della Cgil – potremo contrastare quella che altrimenti sembra possa divenire una discesa inesorabile".

S.M.