
Sono cento i nuovi autisti assunti da Autolinee Toscane che prenderanno servizio dal primo novembre sui bus della regione. Ancora non è chiaro con precisione quanti verranno destinati alle singole aree. A Pistoia saranno probabilmente una decina. I neoassunti andranno a dare una mano importante ai colleghi, visti anche i 18 autisti che, dall’entrata in vigore dell’obbligo di green pass del 15 ottobre, non sono più tornati al loro posto di lavoro. Le nuove assunzioni di Autolinee Toscane rientrano in una logica di potenziamento del personale e non di sostituzione di lavoratori no-green pass (cosa, peraltro, non consentita dall’attuale normativa), ma i benefici per gli autisti pistoiesi, da due settimane alle prese con doppi turni e straordinari, saranno sicuramente notevoli. Per gli autisti di Copit questi giorni non sono stati facili: al di là delle difficoltà oggettive nel coprire i turni di lavoro viste le assenze, sono anche stati gli ultimi turni di lavoro proprio sui mezzi targati Copit. Per tutti loro il lavoro non cambierà: i bus, le corse, gli orari non subiranno variazioni, almeno in un primo momento. Eppure, per molti di loro si chiude un capitolo importante della loro vita, professionale e non. Un capitolo, per l’azienda nata nel 1969, lungo 52 anni (nelle foto a sinistra il presidente Antonio Principato e accanto un’immagine storica dell’archivio Copit). Lo raccontano loro stessi, donne e uomini di Copit.
"Io questo momento lo vivo con tristezza – dice ad esempio Moreno Ducceschi –, usavo il Copit per andare a scuola da ragazzo e ora ci lavoro. Nella mia famiglia in tanti lavorano al Copit. Adesso mi sembra di perdere un pezzo della nostra identità di pistoiesi. Credo che difficimente ‘AT’ entrerà nei cuori allo stesso modo. A Pistoia ci sarà sempre il Copit, come ci sarà sempre il ‘tramme’".
"Mi sembra di essere abbandonata e data in adozione, come un bimbo lasciato dalla propria famiglia – ammette Patrizia Massaro –. L’unica cosa che mi rincuora è sapere che Copit non avrebbe mai fatto finire questa storia. Magra consolazione". "Non ci sono parole per descrivere la fine del Copit per me – dice invece Luca Casini –. Sono stato prima passeggero in tutto il periodo della scuola e poi dipendente di una grande famiglia, dove ho conosciuto tanti colleghi che poi sono diventati amici nel vero senso della parola. Sicuramente domenica una lacrima scenderà. Il Copit resterà sempre nel mio cuore. Per il futuro vedremo poi...".
Già, il futuro. La sensazione è che molti dipendenti Copit guardino ancora con nostalgia al passato, più che interrogarsi sul futuro: "Il cambiamento mi mette tristezza per la fine di una lunga storia e timore su quella da iniziare – dice Jessica Normanno – Non so cosa ci porterà il cambiamento ma so quello che mi ha lasciato Copit: ho vissuto 14 anni portando la scritta su giacche e camicie e l’ho portata con rispetto e dedizione anche quando in azienda le cose non funzionavano per come avremmo voluto. Da lunedì volteremo davvero pagina ma con l’amaro in bocca".
L’amarezza è anche quella di chi il Copit lo ha usato per andare al lavoro. Come Stefania, che andrà in pensione il 31 dicembre dopo una vita nella quale ha sempre usato i bus Copit: "Rimarrà una famiglia per me. Conosco molti autisti, sono contenta che rimarranno tutti anche se l’azienda cambierà. Per noi sarà sempre il Copit".
Ma che fine farà il marchio? Da lunedì, è vero, non sarà più presente sui bus ma comunque non cesserà di esistere quantomeno fino alla chiusura del bilancio del 2021, rimanendo di proprietà del Copit stesso. Dopo non è escluso che lo stesso marchio verrà messo in vendita ma, ancora, sarebbe prematuro ipotizzare nuovi utilizzi. Quel che è certo è che domenica sera, alla chiusura del turno di lavoro, una pagina del libro della città di Pistoia si chiuderà per sempre. I bus andranno avanti, ma la storia si ferma e rimarrà lì, al 31 ottobre 2021.
Francesco Storai