REDAZIONE PISTOIA

Corruzione, ex dirigente nei guai

L’accusa riguarda alcuni appalti: per l’uomo, ormai in pensione, è scattato il sequestro da 200mila euro

Corruzione e turbata libertà di scelta sono le ipotesi di reato nei confronti di un ex dirigente del Comune di Serravalle – sotto la lente degli inquirenti – che insieme ad alcuni imprenditori per ben sette anni, secondo l’accusa, avrebbe ricavato profitti dagli appalti di opere pubbliche realizzate nel territorio di Serravalle Pistoiese. L’indagine è stata condotta dalla polizia di Stato, l’Arma dei carabinieri e la guardia di finanza di Pistoia.

Proprio ieri è stato proceduto all’esecuzione della misura cautelare e del sequestro preventivo ai fini della confisca, emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Pistoia, nei confronti dell’ex dirigente, ormai in pensione, e di alcuni imprenditori locali.

Complessivamente sono stati oggetto di confisca beni, mobili ed immobili del valore di circa 215mila euro considerati, in pratica, "il profitto ricavato negli anni dagli appalti delle opere pubbliche". L’articolata attività di indagine, svolta anche attraverso servizi tecnici intercettivi, coordinata dalla Procura di Pistoia, ha consentito di accertare diversi episodi riconducibili alle ipotesi di reato di corruzione e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, avvenuti esattamente dal 2011 al 2018, tutti nel comune di Serravalle Pistoiese, e relativi all’affidamento di appalti per opere pubbliche.

I fatti oggetto d’indagine sono stati posti all’attenzione degli uomini della Digos della Questura di Pistoia e dei carabinieri di Pistoia con modalità differenti, ma la convergenza delle risultanze investigative dei due Uffici hanno portato l’autorità giudiziaria ad unificare l’attività investigativa. I risultati, infine, sono stati confermati anche dai riscontri d patrimoniali effettuati dalla guardia di finanza di Pistoia. Nello specifico, all’ex dirigente e agli imprenditori gli inquirenti – protagonisti di questa operazione interforze – hanno contestato il reato di mancata tutela del buon andamento della pubblica amministrazione, ma anche l’essere andati contro l’interesse dello Stato affinché il procedimento amministrativo volto alla definizione del contenuto di una bando non sia influenzato con modalità tali da pregiudicare la scelta del contraente ad opera della pubblica amministrazione.

Si tratta di un reato di pericolo tanto che per procedere non è neanche previsto che l’evento si realizzi, ma è sufficiente che la semplice condotta portata avanti dal soggetto sia diretta senza equivoci a compromettere la libertà nella scelta del contraente.