"Sulla cessione dei crediti edilizi rischiano di infrangersi tutte le speranze di sopravvivenza di centinaia di imprese sul territorio di Prato e Pistoia". A lanciare l’allarme sono Cna Toscana Centro e Cna nazionale che hanno stimato in 2,6 miliardi l’impatto sulle imprese dei crediti fiscali anticipati attraverso lo sconto in fattura col sistema dei bonus, crediti che non è stato poi possibile recuperare per il blocco innescato dal sistema bancario e finanziario. Per questo l’associazione, sia a livello nazionale che locale, chiede la cancellazione della norma introdotta dall’articolo 10bis del decreto-legge 212022 e l’abolizione delle Soa (Società organismi di attestazione, autorizzate dall’Autorità nazionale anticorruzione ad accertare l’esistenza nei soggetti esecutori degli elementi di qualificazione).
Nelle province di Pistoia e Prato, secondo stime della Cna, sarebbero a rischio chiusura quasi 800 imprese, circa 5.000 in tutta la Toscana e ben 33mila in Italia, con una potenziale perdita di 150mila posti di lavoro in tutta la filiera delle costruzioni. Secondo l’ultima indagine di Cna nazionale, effettuata su 2.000 imprese, la consistenza dei crediti bloccati (circa il 15% del totale) mette in crisi oltre 60mila imprese italiane che si ritrovano con un cassetto fiscale pieno di crediti da riscuotere ma senza liquidità. Il 48,6% del campione parla di rischio fallimento, il 68,4% di blocco dei cantieri. "Siamo di fronte ad una situazione paradossale e ad un quadro normativo incerto che cambia di continuo – spiegano in una nota i presidenti delle categorie coinvolte di Cna Toscana Centro – Per questo le banche hanno bloccato gli acquisti e oggi i crediti che attendono di essere accettati superano i 5 miliardi di euro, di cui quasi il 90% riferiti a sconti in fattura o prime cessioni. Ecco perché gran parte delle imprese dichiara di non essere più in grado di applicare gli sconti in fattura e la crisi di liquidità aumenta, mettendo a rischio i cantieri per l’impossibilità di pagare fornitori e materiali".
Per far fronte nell’immediato ad una situazione così complicata il 50% delle imprese che hanno risposto all’indagine di Cna nazionale ha ammesso di pagare in ritardo i fornitori, il 30,6% rinvia invece tasse e imposte e il 20% non riesce a pagare i collaboratori.
"I rischi di questo meccanismo deviato – sottolinea Cna – sono altissimi: il 68% del campione intervistato paventa lo stop ai lavori dei cantieri e la loro chiusura, mentre il 48,6% delle aziende teme addirittura il fallimento".
"L’opportunità del superbonus – evidenzia Cna – purtroppo si sta rivelando un vero e proprio boomerang per la filiera delle costruzioni, perché tutti questi interventi normativi sui bonus fiscali finiscono per produrre solo un grande caos sia nelle imprese che nei committenti. Tutto questo non fa che frenare e scoraggiare il mercato e non ottiene l’effetto voluto dal governo, cioè contrastare le frodi. Questo per non parlare dell’aumento indiscriminato dei prezzi sui materiali e della loro carenza, tutti fattori che rischiano seriamente di mandare in crisi centinaia di aziende che grazie al superbonus stavano invece facendo da volano per far ripartire il Paese".
Patrizio Ceccarelli