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Secondo i dati della Camera di Commercio sono 26.991 le aziende attive. Nel complesso il calo dell’economia del territorio è circa dello 0,4%. .
PISTOIAPoco meno di 27mila imprese attive, con il settore dei servizi in continua espansione, il comparto delle costruzioni che cerca di mantenersi stabile e, come oramai noto, ciò che cala è la manifattura. La Camera di Commercio di Pistoia e Prato ha diffuso il quadro complessivo delle imprese registrate e attive nelle due province al 31 dicembre scorso ed è possibile avere una fotografia precisa di come si sta muovendo l’economia di casa nostra che complessivamente vede una diminuzione del -0,4% rispetto all’anno precedente.
Le aziende registrate in sede camerale sono 30.940 e, di queste, 26.991 sono quelle attive. Per quel che riguarda gli incrementi nel settore dei servizi, le crescite sono per il supporto alle imprese (+6,6% sul 31 dicembre 2023), nei servizi dei media e della comunicazione (+3,3%) così come buona è la crescita per quelli dedicati alla persona (+3,2%). Come detto, la nota negativa è quella del manifatturiero: nel complesso il calo è del -3,1% di imprese rispetto a dodici mesi prima e non c’è comparto che si salva. Si va dal -4,4% dell’alimentare al -5,2%, sicuramente preoccupante, del tessile, abbigliamento e calzature fino addirittura al -8,4% per plastica, gomma e chimico-farmaceutica. E un piccolo arretramento (-0,7%) si ritrova anche per la meccanica. Per quel che concerne il commercio, invece, la riduzione delle imprese attive è indubbiamente più contenuta rispetto al manifatturiero (-1,4%) con la voce più alta che risponde a quello al dettaglio che si attesta fino ad un saldo negativo del 2%. Per la parte turistica, invece, si va dai ristoranti in calo (-1,7%) all’incremento sostanziale delle strutture ricettive (+5,8%).
Per quel che riguarda il confronto fra iscritte e cessate, il 2024 fa registrare un saldo negativo con un tasso medio di stop all’attività del 6,6% mentre la mortalità è del 5,72%, numeri che vanno a collocare Pistoia al 102° posto della graduatoria delle province italiane mentre il tasso medio di sopravvivenza di un’impresa sul territorio nell’arco dei tre anni arriva al 72,9%.
A fianco delle 26.991 imprese attive ce ne sono ben 3.949 inattive, in fase di scioglimento oppure d liquidazione finanche soggette a procedure concorsuali. Tra queste, 1.079 risultano in fase di scioglimento (-1,6%) e 527 sono sottoposte a procedura concorsuale (-6,2%).
Le imprese giovanili proseguono la loro flessione, attestandosi a 2.106 unità, con una contrazione del -3,5% rispetto al 2023. Il calo interessa in particolare il manifatturiero (-11,5%), il commercio (-5,5% con punte superiori al -10% per quello al dettaglio), l’agricoltura (-5,7%) e le costruzioni (-4,6%). Tuttavia, si evidenziano dinamiche di crescita nei servizi, con incrementi nei servizi avanzati e di supporto alle imprese (+16,9%) e nei servizi alla persona (+5,1%).
Anche il settore turistico, alloggio e ristorazione a conduzione giovanile registra un saldo positivo (+3,5%). Tutto questo fa propendere alla conferma di una propensione all’imprenditorialità giovanile leggermente superiore alla media regionale e nazionale.
Saverio Melegari