Un territorio che vive una frenata costante, purtroppo, del sistema manifatturiero e che lancia segnali che vanno tenuti in considerazione prima di arrivare a dover convivere con emergenze lavorative che, ad oggi, appaiono impensabili ma che potrebbero essere dietro l’angolo. Anche l’Irpet, Istituto Regionale della Programmazione Economia della Toscana, traccia questo quadro della provincia di Pistoia nell’ultimo report. Non a caso, complice fenomeni di deindustrializzazione, due ambiti su tre della provincia – ovvero quello di San Marcello riferito alla montagna e di Pistoia per capoluogo e piana – sono riconosciuti alla voce "crisi industriale" di rilevanza regionale.
Per capire questo andamento sono sufficienti alcuni numeri: nel periodo che va dal 2009 al 2023 i dipendenti totali in provincia sono cresciuti meno che della media regionale, -4% (24% contro 28%), con una forte incidenza del calo del manifatturiero (+13% rispetto al +28% toscano). Non a caso il peso dei dipendenti di questo settore è sceso dal 25,6% al 23,7% andando ad ingessare anche altre fette di mercato occupazionale.
A rafforzare questi numeri c’è anche l’evoluzione di un mercato di piccole e medie imprese che, col passare del tempo, o hanno chiuso i battenti o si sono dovute reinventare come fornitori delle grandi griffe: dopo un primo momento di prosperità, adesso di fronte alle crisi mondiali si hanno contrazioni di ordinativi e, a cascata, esuberi di manodopera e fallimenti. Soltanto la vivacità di altri settori, per il momento, consente di tenere la barra abbastanza dritta: nel confronto fra i primi otto mesi del 2024 con gli stessi del 2023, si vede come il tessile, abbigliamento e calzature continuano a battere ritirata (-0,9% di dipendenti attivi) a fronte di incrementi più significativi per metalmeccanica (+4,9%), mezzi di trasporto (+2,6%) e turismo (+3,8%).
Proprio quest’ultima voce ci introduce all’attenzione da porre sul terziario che, oramai da anni, rappresenta il vero traino dell’economia pistoiese con tutti i rischi che ne comporta e, anche in questi frangenti, i numeri non danno smentite.
A livello di presenze turistiche l’ambito della Valdinievole, dopo un picco vissuto nel 2011, a fine 2023 è ritornato sostanzialmente sui valori pre-pandemia mentre si è assistito ad una crescita sostanziale, sempre nel confronto 2019-2023, di Pistoia e della montagna con una maggiore incidenza del capoluogo (35% sull’ambito) rispetto al turismo stagionale del nostro appennino, alle prese anche con minori nevicate. E non a caso, come ultima curiosità, si nota come il fenomeno Airbnb in provincia di Pistoia non stia sfondando: fra le presenze dello scorso anno, soltanto il 13% hanno prenotato con questa modalità nell’ambito pistoiese e, addirittura, un ininfluente 4% per la Valdinievole.