REDAZIONE PISTOIA

Morì a 28 anni dopo quattro corse al pronto soccorso. Cristiana, l’ora della verità

Angiotac e radiografia sotto la lente d’ingradimento della Procura

Cristiana Capecchi

Pistoia, 29 luglio 2019 - La consulenza del pubblico ministero sulla morte di Cristiana Capecchi, la ragazza pistoiese di 28 anni stroncata da una tromboembolia dopo quattro corse al pronto soccorso dell’ospedale San Jacopo, è stata depositata già da qualche giorno in procura. Un atto che potrebbe rappresentare uno spartiacque in questa dolorosa vicenda che vede indagati quattro medici del nostro ospedale.

La perizia confermerebbe quello che, già nella prima fase delle indagini, sembrava inquadrare questa tragedia e cioè che gli esami radiografici (una angiotac e una radiografia toracica), oltre alla brutta polmonite che affliggeva la giovane avrebbero evidenziato anche la presenza di tromboembolie e che queste potrebbero aver provocato poi il decesso della giovane. Cristiana poteva essere salvata? E’ uno dei quesiti posti dal magistrato inquirente, il procuratore Giuseppe Grieco, che dirige le indagini della Squadra Mobile, al consulente della procura, Teseo Stefanini, primario radiologo a La Spezia e che il dottor Grieco ha affiancato al medico legale Susanna Gamba, che aveva eseguito l’autopsia. A loro il compito, stilando questa relazione, di accertare i profili di responsabilità sia nel percorso diagnostico che terapeutico.

I medici indagati sono i tre del pronto soccorso che visitarono e dimisero la giovane nei suoi primi tre accessi al pronto soccorso del San Jacopo, e che sono difesi dagli avvocati Andrea Niccolai di Pistoia e Cristina Meoni di Prato, e il radiologo che aveva eseguito i due esami e che è difeso dall’avvocato Elena Mucci che ha nominato, quale proprio consulente, il medico legale Martina Focardi di Firenze.

Appare particolarmente delicata la posizione del radiologo. «Prendiamo atto dell’esito della consulenza del pubblico ministero – ci ha detto ieri sera l’avvocato Elena Mucci, da noi interpellata –, e attendiamo le successive fasi del procedimento». Il deposito della perizia del pm è, come dicevamo, un atto spartiacque in una vicenda come questa e sarà, con tutta probabilità, seguito dall’avviso di conclusione delle indagini che raggiungerà i quattro medici indagati. Dopo le eventuali memorie e le eventuali richieste di interrogatorio, il pubblico ministero formulerà le imputazioni e quindi la richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione.

La famiglia di Cristiana è rappresentata dall’avvocato Pamela Bonaiuti che ha preferito, in questa fase, non esprimersi. Il perito nominato dalla famiglia Capecchi è il medico legale Giuliano Piliero.