di Lucia Agati
"Scriverò pace sulle tue ali e intorno al mondo volerai affinché i bambini non muoiano più in questo modo". E’ la preghiera di Sadako Sasaki la bambina sopravvissuta, per qualche anno, agli effetti devastanti delle radiazioni provocate dall’esplosione della bomba atomica sganciata su Hiroshima il 6 agosto del 1945. A lei si lega, per sempre, la storia delle piccole gru di carta e il suo desiderio di guarire, se fosse riuscita a realizzare mille di quei piccoli origami. Il nome di Sadako Sasaki continua a portare un messaggio di pace che si propaga in tutto il mondo e passa anche da qui, dai paesi della nostra montagna dove i bambini hanno piegato la carta ventotto volte per dare vita alle piccole gru colorate. E che un gruppo di sette persone non vedenti, che appartengono all’associazione Disabilincorsa, con una decina di accompagnatori e un cane guida che si chiama Fucsia, porteranno sulla Via Francigena. Partono domani da Pontremoli e percorreranno 333 chilometri fino a Santhià. Consegneranno le gru della pace ai pellegrini che incontreranno lungo il cammino, nelle scuole, nei punti di accoglienza, nei luoghi religiosi e a chiunque possa raccogliere questo messaggio. Mille gru, ogni gru una preghiera. Insieme a questi straordinari camminatori ci sarà un marescano, Fabio Prati, un uomo che ha imparato a vedere i segni e a ricucire i fili degli eventi, scoprendo il loro significato.
Quali sono le sue origini?
"Sono nato il 19 marzo del 1959, in Svizzera, a Baden, dove i miei genitori erano emigrati. La mamma, Maria Antonietta Bartolomei, era di Maresca. E’ morta nel 2017. Il babbo si chiamava Auro ed era originario della Romagna. Lavoravano in una ditta di motori elettrici. Avevo tre anni quando lasciammo la Svizzera per stabilirci sulla Montagna Pistoiese dove ho trascorso tutta la mia gioventù".
Qual era la sua professione?
"Ho lavorato per molti anni per le telecomunicazioni. Sono stato per quattro anni in Messico, dieci anni in Iraq. Poi in Italia, fino alla pensione.
Quand’è che tutto è cominciato?
"Dal Cammino di Santiago, nel 2014. Ero in Cattedrale e si è avvicinato un prete. Era di Cusercoli, il paese originario di mio padre Auro. Era con un gruppo di persone che si ricordavano di me, quando ero bambino. C’era qualcosa di profondo in quello che mi stava accadendo. Prima di partire avevo ospitato un pellegrino, si chiamava Gustavo. L’ho incontrato di nuovo in Terra Santa. Era andato da Roma a Gerusalemme a piedi. Lui assisteva i bambini di Casa Hogar Nino Dios, di Betlemme. Sono bimbi gravemente disabili. A loro ho dedicato il Cammino del 2015, il Cammino del Nord, da Irun a Santiago e Finisterre".
E poi cosa è accaduto?
"Il mio desiderio era anche di aiutarli economicamente. Poi ho incontrato Andrea Verdi, della Fondazione Giovanni Paolo II e con lui sono andato in Siria e poi in Ucraina. In Siria abbiamo incontrato i piccoli di “Sos villaggi dei bambini“. Al Jazeera ha fatto le riprese dove i bimbi hanno fatto le gru per noi da portare a Maresca. Le ho consegnate alla Casa Famiglia San Gregorio Magno".
Lei è stato anche in Africa...
"Nel 2017 sono andato in Guinea Bissau, a piedi da Bissau, per duecento chilometri, sono andato a trovare un bimbo nel villaggio Gabu e ho portato le gru che erano state fatte dall’oratorio San Giuseppe di Saronno. Ho insegnato ai bimbi del villaggio a piegare le gru. Loro ne hanno fatto tante e lo ho portate a Maresca".
Quale strada si è aperta dopo?
"Quella verso il Giappone e il Cammino degli 88 Templi dove il pellegrino va avanti con l’aiuto della gente e riceve le risposte a ogni domanda. Non ti lasciano mai senza una risposta. E’ stato nel 2018. Ero solo. A Hiroshima, nel Parco della Pace ho portato le mille gru che erano state fatte dai bambini della Siria, di Saronno, di Maresca e dell’Africa. Nel parco della Pace, intorno alla statua di Sadako, ci sono delle cabine di plexiglass dove è possibile appendere le ghirlande di gru. Arrivano da tutto il mondo".
Qual è lo scopo di tutto questo?
"Lo scopo di tutto questo è consegnare un mondo migliore e pulito ai bambini. Ogni gru è una preghiera. La preghiera di una bambina".
E siamo all’ultima impresa...
"Poi è maturato il progetto della Via Francigena: distribuire le gru della Pace ai pellegrini. Il gruppo dei Disabilincorsa arriva oggi a Pontremoli dopo il primo tratto da Roma a Siena. Ci ritroviamo a Pontremoli e domani partiamo, a piedi, con le gru".
Dove ha consegnato le sue gru?
"Le mie prime mille gru le ho consegnate in Irlanda, in Cattedrale, al Ponte della Pace, a Londonderry. Le ultime a Sant’Anna di Stazzema".