Da poliziotta a suora. Le due vite di Tosca: "Dio mi ha chiamato". Ora lavora con i giovani

L’incontro durante la giornata di formazione sul tema della tutela dei minori "Il mio impegno affinché i ragazzi vulnerabili possano sentirsi sicuri" .

Da poliziotta a suora. Le due vite di Tosca: "Dio mi ha chiamato". Ora lavora con i giovani

L’incontro durante la giornata di formazione sul tema della tutela dei minori "Il mio impegno affinché i ragazzi vulnerabili possano sentirsi sicuri" .

Il passaggio da ex poliziotta a suora "per me non è stato drastico e nemmeno sensazionale, è semplicemente un percorso di vita: il primo era un lavoro nel quale ho trovato affinità con quella che è la mia sensibilità e quella che vivo oggi è una scelta di vita, una risposta vocazionale". Così suor Tosca Ferrante, in passato alla polizia di Stato e adesso madre generale delle suore Apostoline Paoline, che ieri a Pistoia ha diretto una giornata di formazione voluta dalla Diocesi sul tema della tutela dei minori. L’iniziativa, intitolata "Rispetto e responsabilità nell’azione educativa", promossa dal Servizio tutela minori e adulti fragili attivo della Diocesi, si è svolta in due sessioni: la prima rivolta al clero diocesano sul tema della "cultura della cura" e "approfondimento sul tema degli abusi"; la seconda, nel pomeriggio, si è concentrata anche sul tema dell’età adulta, rivolgendosi a tutti coloro che operano a qualsiasi titolo, individuale o associato, all’interno delle comunità ecclesiali a Pistoia. Suor Tosca, come già faceva quando era in polizia, si occupa dei giovani, in particolare di quanti vivono momenti difficili.

"Il lavoro che svolgevo in polizia – riprende suor Tosca – e l’incontro con alcune persone, alcuni giovani arrestati soprattutto, mi ha permesso di diventare quella che sono oggi. Quel lavoro mi ha permesso di comprendere qual era la mia vocazione ed era troppo poco per me dedicarmi a quello spazio lavorativo: ho sentito che Dio mi chiamava a donare tutta la vita".

Le è mai capitato di incontrare, oggi da suora, giovani che aveva conosciuto da poliziotta e che magari aveva contribuito ad arrestare?

"No. Devo dire che ho cercato di incontrare qualcuno che aveva suscitato in me, a livello emotivo, qualcosa di più profondo, ma poi mi sono fermata, anche per correttezza verso queste persone e poi perché c’è un’istituzione, la polizia, che ha le sue regole di privacy e quant’altro". E con i suoi ex colleghi è rimasta in contatto?

"Ci rincontriamo ogni tanto per vivere un’esperienza un po’ fraterna di una giornata, dove ci continuiamo a raccontare le nostre vite, i nostri percorsi. E questo è molto bello. Meno di un anno fa ci siamo ritrovati in centocinquanta ed è stato un incontro bellissimo".

Qual è l’obiettivo dell’incontro di Pistoia?

"Quello di creare un’alleanza educativa tra le diverse realtà che operano nei nostri contesti, parrocchiali e non, per renderli contesti sicuri. Per cui una giornata molto bella di confronto, prima con i sacerdoti, poi con i catechisti, gli educatori e gli insegnati di religione, per condividere quali sono le nostre preoccupazioni, ma anche i nostri desideri, affinché i ragazzi, i bambini e gli adulti vulnerabili che vivono nelle nostre realtà possano sentirsi sicuri e possano trovare spazi di cura e di attenzione".

Patrizio Ceccarelli