SAVERIO MELEGARI
Cronaca

Dai fondi Pnrr alle ciclovie. Il nuovo volto della città

Un progetto ambizioso che modificherà (forse) anche le abitudini del pistoiesi

Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia

Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia

PISTOIAL’argomento-chiave nell’ultimo anno e mezzo in tema di investimenti pubblici sul territorio, ovviamente non soltanto in provincia ma a livello nazionale, è quello delle piste ciclabili. Dopo svariati anni di tentativi di realizzarne pezzetti scollegati fra loro, che poi sono diventate parcheggi non autorizzati per le auto (viale Adua e via dello Stadio in città ne sono l’esempio lampante), i fondi del Pnrr arrivati dopo lo scoppio della pandemia da covid hanno rappresentato il momento di svolta decisiva. Milioni di euro arrivati sui territori, vincolati ad una mobilità dolce ed uno sviluppo sostenibile, prestando attenzione alla riduzione delle emissioni inquinanti nell’ambiente: tradotto, lasciate a casa l’auto e muovetevi in bici o a piedi perché finalmente avrete percorsi sicuri e protetti. E i segni di questo cambio di rotta sono ben tangibili anche alle nostre latitudini.

Al primo posto c’è sicuramente la "Ciclovia del Sole", parte di un tracciato europeo ben più ampio che collega Verona con Firenze: la parte veneta ed emiliana è già terminata da tempo, quella toscana con l’attraversamento dell’Appennino dall’Acquerino per scendere lungo la Pistoia-Riola si sta costruendo adesso almeno nel lotto fino a Pistoia.Cantieri operativi un po’ ovunque, disagi che non mancano al traffico e in alcuni casi rivoluzionamento della viabilità, come succederà a breve soprattutto nella zona della Barriera e della stazione ferroviaria.

E poi tutti gli altri collegamenti dalla periferia al centro, l’area dello stadio collegata in maniera ordinata con piazza San Francesco e viale Adua, i progetti futuri del tracciato che unirà Bonelle con l’ospedale San Jacopo e, a seguire, fino alla stazione e al centro senza dover passare dal ponte dell’Arca o dalla rotatoria della Vergine. Tutte infrastrutture utili ma con un unico interrogativo: in una città dove gli spostamenti sulle due ruote, sia a pedali che a motore, sono ai minimi termini in Toscana, si assisterà ad un cambio culturale per passare da una zona all’altra di Pistoia o resteranno soltanto fondi spesi per opere fini a sé stesse? Un paio d’anni e avremo la risposta. S.M.