Dalla letteratura al teatro: studenti e le famiglie protagoniste

Spettacolo teatrale "La vita accanto" alla Fondazione Poma Liberitutti di Pescia, per riflettere sulla fragilità umana. Regia di Cristina Pezzoli, con Monica Menchi e la scrittrice Veladiano.

Dalla letteratura al teatro:  studenti e le famiglie protagoniste

Monica Menchi ha trasposto per il teatro il libro «La vita accato» Mariapia Veladiano L’autrice incontra il pubblico nel pomeriggio

Uno spettacolo alla Fondazione Poma Liberitutti per spingere i giovani a riflettere sulla fragilità e la crudeltà della natura umana. Oggi e domani un mega evento vedrà sul palcoscenico del centro culturale pesciatino Monica Menchi che riproporrà in due uscite "La vita accanto". Questa mattina alle 9:30 andrà in scena lo spettacolo dedicato alle scuole; nel pomeriggio alle 17:30, incontro con la scrittrice Veladiano. Domani, domenica, alle 17, sarà possibile assistere a "La vita accanto" con ingresso libero (previa prenotazione). Una rappresentazione struggente, proposta per la prima volta 10 anni fa.

"Ne parlai con l’autrice del libro, Mariapia Veladiano - ricorda Monica - lei accettò subito. La regia era di Cristina Pezzoli ed è rimasta tale. E’ a lei che voglio dedicare le rappresentazioni al Poma". Quest’anno "La vita accanto" è finita anche sul grande schermo, con la regia di Marco Tullio Giordana. Menchi ci aveva pensato prima e aveva trasposto la drammatica storia sul palcoscenico. Nel 2018, al teatro Montand di Monsummano, lo spettacolo era stato inserito nell’ambito delle iniziative della "Giornata contro la violenza sulla donna". La piece nasce dal romanzo, proposto nella riduzione teatrale di Maura Del Serra. Scrive Cristina Pezzoli: "Gli occhi degli altri sono uno specchio. Sono il giudice che decreta se esistiamo o no. Non essere guardati equivale a non essere amati. Crescere storti, rinchiusi, evitati dallo sguardo degli altri, provoca dolore. Ma la possibilità di trasformare il dolore, genera, a volte, una nuova inaspettata bellezza. La bellezza della musica, della poesia, la bellezza che sta nelle mani di questa bambina brutta. Questa storia sfida il tempo in cui è stata scritta: un’epoca in cui l’apparire ha seppellito l’essere, in cui ‘photoshoppare’ visi e corpi è la regola che si impone per correggere e falsificare ogni minima imperfezione del corpo umano".

Giovanna La Porta