
Marco Martinelli (foto Del Punta)
PISTOIA
Di talenti ne ha molti, tutti testati sul campo e tutti promossi alla dura prova del giudizio popolare, sia questo il pubblico della tv o quello dei social. Ma al di là di questo, Marco ‘il Giallino’ Martinelli, classe 1990, è una voce titolata a parlare di ciò che parla, ovvero scienza e chimica: una laurea con lode in Biotecnologie molecolari e industriali alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, un dottorato in Biotecnologie Vegetali con un presente da ricercatore e divulgatore scientifico, nonché studente in Medicina. Insomma, improvvisazione zero. Volto e testa di una serie di programmi Rai ("Memex: la scienza in gioco", "Memex: Galileo", "Il piccolo Chimico"), Marco è affermata star del web con una ricca serie di video divulgativi dall’indiscutibile appeal: a rapido consumo, ben fatti, decisamente alla portata di tutti. È lui il testimonial scelto da "Sì…geniale!" il concorso made in Fondazione Caript sulle invenzioni prodotte in sette anni da migliaia e migliaia di studenti pistoiesi.
Tantissime skills, ma Marco Martinelli chi è?
"Un comunicatore della scienza con la passione per la musica e lo spettacolo".
Quant’è difficile raccontare la complessità con parole semplici?
"Occorre semplificare sì, ma non troppo. Un buon divulgatore deve far passare il messaggio che c’è complessità in questi argomenti, che le competenze si acquisiscono con lo studio e che nessuno può improvvisarsi influencer in quest’ambito. Invito sempre a stare in guardia da chi indossa camici e realizza video millantando conoscenze. Perché poi può sempre succedere di cadere nel tranello".
Come sceglie gli argomenti dei suoi contenuti social?
"In primis in base a quelli a me più vicini per affinità di studio e competenze. Poi inseguendo i trend del momento, le nuove scoperte".
Il video che ha fatto "boom" più di altri?
"Quello in cui parlo di thc e guida dell’auto, dopo l’entrata in vigore del nuovo Codice della strada. Il mio non era un invito al consumo di cannabis, ho voluto solo non nascondere la testa sotto la sabbia spiegando la farmacodinamica di queste sostanze".
Invece il contenuto meno cliccato?
"Succede spesso che alcuni video non vadano virali. Io dico sempre a chi sceglie la divulgazione di seguire il proprio format. All’inizio possono uscire contenuti che piacciono meno, ma a distanza di anni il risultato arriva".
Come vedono i colleghi anziani questa nuova frontiera della divulgazione?
"Se un contenuto è fatto bene anche gli scetticismi muoiono. Io sono fortunato, ho studiato e lavorato alla Scuola Sant’Anna dove sia la rettrice Nuti sia il successore Vitiello hanno sostenuto l’utilizzo sano dei social e della sperimentazione in ambito comunicativo. Un modo per arrivare ai ragazzi, avvicinarli. Tanti più studenti abbiamo tanto più possiamo selezionare il meglio". Scienza uguale disciplina da maschi: è ancora vero?
"Sempre meno. Persiste invece la questione delle carriere. Bisogna insistere e aspettare: i cambiamenti sono generazionali". Lei è passato anche dai talent. Cosa dire a chi li demonizza?
"Che sono l’attuale gavetta. Che se nella vita vuoi provare a fare qualcosa è giusto buttarsi. Logico, prima serve analizzare contenuto e contenitore. Ma in generale il mio è un invito a lanciarsi".
Progetti per il futuro?
"Un po’ di podcast. E poi auspico una nuova edizione di Italian green su Rai 2 e un programma di Rai Gulp con nuove pillole di scienze. Mi diverto, è bellissimo".
linda meoni