PISTOIALa seconda parte della mattinata, dedicata al ricordo di Giorgio Patrizio Nannini, si è svolta nella Sala Cinzia Lupi, al terzo piano dell’ospedale San Jacopo, dove oltre al sindaco Alessandro Tomasi, hanno preso la parola, tra gli altri, Loretta Nannini, sorella di Giorgio Patrizio Nannini e i dottori Andrea Nicolini e Piero Paolini, che ha conosciuto personalmente Nannini. Particolarmente toccante è stato proprio il ricordo della sorella, Loretta Nannini.
"Mio fratello – ha spiegato – non è riuscito a terminare gli studi, perché si è dedicato anima e cuore al mondo del soccorso, che ha sviluppato a Pistoia e in Toscana, per poi andare anche oltralpe, in Svizzera, in Germania e in Francia. Ha iniziato a Viareggio e poi, oltre a Pistoia, ha continuato con Ravenna, quindi è andato all’ospedale Niguarda di Milano e poi a Genova e in altri luoghi. La sua idea innovativa, non è stato l’elisoccorso, ma l’uso dell’elicottero integrato con gli altri mezzi del soccorso, quindi principalmente le ambulanze gestite dal mondo del volontariato".
L’evento ha rappresentato un momento di commemorazione, ma anche di riconoscenza nei confronti di Nannini, in particolare da parte di chi lo hanno conosciuto. Per il dottor Piero Paolini, già direttore delle Centrali operative del 118 e della Cross - Centrale remota operazioni soccorso di Pistoia, Nannini "è stato l’ideatore e anche il padre del 118, che chiaramente oggi ha avuto sviluppi completamente diversi".
"L’idea di Nannini - ha ricordato Paolini - risale agli anni ‘70, quindi si parla di epoche veramente lontane. Però su questo lui ha instradato e ha insegnato a tutti una filosofia che non esisteva fino ad allora in Italia. Le sue attività si sono espresse anche al di fuori dei confini nazionali. Per citarne una, ha ideato e anche realizzato la centrale di soccorso in Svizzera, quindi anche in Paesi tecnologicamente molto avanzati".
Paolini ha poi ricordato l’esperienza fatta con Nannini. "Ho avuto l’onore di conoscerlo - ha ricordato l’ex direttore del 118 - e, fra l’altro, posso dire che lui mi ha insegnato il mestiere. Credo che non sia un caso che qui a Pistoia c’è questa cultura dell’emergenza, io credo che ci sia proprio perché c’è stato lui".
Patrizio Ceccarelli