
Un ponte diretto con l’Honduras in piantagione, là dove si coltiva il caffè vero, una vera e propria Academy che fornisce le nozioni fondamentali per diventare "mastro tostatore" o "aromateller" e poi l’acquisizione del 20% delle quote di Anna Caffè, impresa sociale toscana che produce e vende soltanto caffè applicando modelli sostenibili verso le persone e l’ambiente, con la prossima inaugurazione (a gennaio 2022) di un nuovo impianto produttivo che darà lavoro a tre persone in più rispetto alle attuali due. Se Gino Drovandi e Silvana Ercolini, coloro che gettarono i semi dell’Oriental Caffè nel 1955 con una piccola botteghina a Lucca, avessero potuto immaginare cosa sarebbe accaduto sessant’anni dopo probabilmente avrebbero pensato a un sogno. Eppure è proprio da Quarrata che si scrive la storia del caffè, con la realizzazione della prima torrefazione di impresa sociale e l’inaugurazione sabato e domenica della B.House Coffe Experience, rinnovata casa della Oriental Caffè sempre negli storici locali di via Statale 240 a Olmi che oggi scommettono su un concetto di caffè buono ma soprattutto giusto che riconosca al produttore e alla filiera tutta, barista compreso, il compenso che merita. A tirar le fila di questo progetto innovativo che parla al mondo e che oggi impiega più di venti persone tra dipendenti, collaboratori e assunti nel team Anna Caffè sono i fratelli Sandro e Samuele Bonacchi, accompagnati da Andrej Godina, uno tra i massimi esperti di caffè in Italia, da Massimo Barnaba e Aurora Castellani.
L’occasione per fare il punto è quella dei 25 anni di attività, che saranno festeggiati proprio con questo rinnovo dello storico punto vendita e tutta una serie di progetti, con l’ambizione di ricevere presto la certificazione B.Corp, quella riconosciuta alle aziende che rispondano ai più alti standard di performance sociali e ambientali. Non solo caffè, come da sempre accadeva nella rivendita, ma anche prodotti gastronomici di vario tipo che abbiano però una matrice comune: essere sani, naturali, provenire da filiere agricole selezionate e tracciabili, sia che si tratti di vino, di cioccolato, di tè, di dolci o biscotti.
"Nei nostri intenti c’era l’idea di metterci a servizio della filiera, unendo competenze dalla piantagione alla tazza – spiega Sandro Bonacchi -. Non abbandoniamo la torrefazione, ma ci dedichiamo anima e corpo anche alla divulgazione, alla formazione, ai viaggi in piantagione con gli studenti. Poi abbiamo pensato che servisse dare una casa a B.Farm e abbiamo deciso che questa dovesse essere nei locali di Oriental Caffè. Da sempre il nostro desiderio è parlare a tutti, lasciando che sia il consumatore a comprendere da solo che una tazza di caffè buono anche costare 4 euro. Oggi si parla tanto di possibili aumenti del caffè al bar a 1,50, con non poche polemiche. Allora io chiedo: si è mai ragionato sul ‘fair price’, il prezzo giusto del prodotto, non quello stabilito dalla Borsa Merci ma quello che garantisce il controllo e la scelta del caffè alla fonte? Alzare il prezzo sì ma perché così si riconosce il merito di chi lavora seriamente".
linda meoni