Dategli un microfono e gli avrete assicurato la felicità. Non chiede di più né di meglio, se non di abbinarci insieme un paio di cuffie, premere il pulsante "on air" e cominciare a parlare al popolo della radio. L’identikit di Davide Damiani, 37 anni, quarratino, passa per forza da questi due inseparabili strumenti, da quando la radio è diventata non più solo fissazione da ascoltatore, ma da quando "nella" radio ci è entrato davvero. Dalla porta principale. La sua casa lontano da casa è Radio DeeJay, dove attualmente è in palinsesto il sabato e la domenica col programma "Pecchia e Damiani" condotto assieme a Federico Pecchia. Ma la strada per arrivarci non è stata tutta dritta: l’università per due anni, poi l’animazione nei villaggi turistici – "la mia grandissima palestra" –, poi la scuola di teatro a Milano, Roma per provare a far l’attore, tante delusioni, la valigia pronta per tornare a Quarrata. E sul filo di lana la chiamata dalla Rds Academy, lui che arriva terzo, ma che infine capisce che sì, la scarpa per il suo piede è la radio. La gavetta, ancora Milano e infine lo sbarco a Rtl 102.5 e, quattro anni dopo, 2023, a Radio DeeJay. Che ascoltatore di radio è stato? "La radio è presenza fissa della mia vita, i viaggi e i tragitti in macchina con la famiglia. Non l’avevo mai pensata come un lavoro. Anche perché in Toscana la radio è un po’ assente. Un peccato". Toscanità, opportunità o limite? "Quando studiavo teatro stavo attento alla dizione. In radio è diverso. È sinonimo di personalità, è l’indice di qualcosa di tuo che aggiungi al contesto. Credo che non nascondere le nostre radici nella voce renda tutto più vero. Tra l’altro in modo del tutto casuale è nato l’incontro con Pecchia, toscano anche lui. È una cifra stilistica nostra che mi piace, seppur casuale". Sanremo è un suo pallino…"Lo guardavo che ero piccolo! Allora ti additavano come il ‘giovane vecchio’. Ora è quasi una moda. Facile, io è dal 1998 che lo guardo". Poi a Sanremo con la radio ci è pure andato...Com’è dal di dentro? "Tanta, tanta gente. Troppa. Ma per me resta comunque il Paese dei Balocchi".
La popolarità radiofonica è diversa? "Negli anni si è forse persa la magia: t’innamoravi di una voce e non avevi idea a quale faccia corrispondesse. Ora questo non succede, quasi impossibile restare senza volto. Ma se c’è una cosa che resta intatta con la radio è il rapporto con gli ascoltatori. Io poi sono sempre stato uno a cui piace stare sul palco, là dove mi si può vedere. E paradossalmente se mi chiedi dov’è il posto in cui mi sento meglio, rispondo la radio. È la mia dimensione". Poi ci sono i suoi shorts sui social…"Sono i miei temi, in pieno. Della musica preferisco quella degli anni dal ’99 in poi. Anche la tv continua a essere sulla mia cresta dell’onda, nonostante sia diventato un vecchio scatolone. I tg invece li canzono un po’. Incontro giornalisti in giro, ci ridiamo insieme. Per il resto ci sentiamo in radio, il weekend dalle 14 alle 16.30. E, eccezionalmente per questa settimana oggi, domani e il 24 aprile in diretta dalle 22 alle 24".
linda meoni