L’omicidio di Alessio Cini. Prima udienza in Corte d’Assise. Maiorino sarà presente in aula

Il brutale assassinio all’alba dell’8 gennaio: l’agguato con una spranga e poi il corpo dato alle fiamme. I giudizio il cognato: secondo l’accusa mirava all’eredità e all’affidamento della figlia

Daniele Maiorino, 58 anni, operaio, in carcere a Prato dallo scorso 19 gennaio

Daniele Maiorino, 58 anni, operaio, in carcere a Prato dallo scorso 19 gennaio

Pistoia, 19 novembre 2024 – Un agguato alle spalle, il colpo di una spranga inferto alla nuca, che lo tramortisce, poi la benzina cosparsa su tutto il corpo, quando ancora respirava e infine le fiamme. Un bagliore che è stato ripreso dalle telecamere di videosorveglianza dei vivai. Intorno il silenzio della campagna. È morto così, all’alba dell’8 gennaio scorso, Alessio Cini, 58 anni, tecnico tessile alla Microtex di Prato. Uno degli omicidi più efferati che la nostra provincia ricordi.

E’ morto nel piazzale della villetta in cui viveva, con sua figlia, in via Ponte dei Baldi alla Ferruccia di Agliana. Un delitto che ha sconvolto la comunità pistoiese e di cui ha parlato per giorni la cronaca nazionale. Undici giorni dopo, grazie al lavoro febbrile dei militari del Nucleo Investigativo e della sezione operativa dei carabinieri di Pistoia, diretti dal procuratore capo Tommaso Coletta e dal sostituto procuratore Leonardo De Gaudio, è stato arrestato il cognato Daniele Maiorino, operaio, 58 anni: la sua mano sarebbe stata armata dalle mire economiche, ottenere l’affido della figlia di Cini e così mettere mano sull’eredità. Incluso l’appartamento al secondo piano della villetta dove tutti vivevano: Cini al primo piano con la figlia, e Maiorino, marito della sorella dell’ex moglie della vittima, al pian terreno, con la sua famiglia.

Questa mattina alle 9.30, Daniele Maiorino, che si è sempre proclamato innocente, comparirà davanti ai giudici della Corte D’Assise di Firenze, presidente Silvia Cipriani. Accanto a lui ci saranno i suoi difensori: l’avvocato Katia Dottore Giachino del foro di Prato. Deve rispondere di omicidio volontario, aggravato dal vincolo di parentela con la vittima, e dall’aver agito con sevizie e crudeltà (articoli 575 e 577 del codice penale).

Per Maiorino è stato disposto un giudizio immediato. Troppo evidenti, secondo la pubblica accusa, le prove della sua colpevolezza. Nelle duemila pagine dell’ordinanza con la quale Maiorino è stato arrestato ci sarebbero prove incontestabili: i dettagli delle riprese delle telecamere di videosorveglianza che inquadrano le sequenze dell’agguato, e le decine di intercettazioni ambientali, nelle quali l’imputato confessa particolari del delitto, che sarebbero note solo a chi l’ha commesso, ma anche un piano di fuga all’estero.

Intanto, si sono costituiti parti civili: Luca Cini, fratello della vittima, assistito dallo studio legale Manzo di Firenze, Katiuscia Carrone, l’ex moglie, rappresentata dall’avvocato Ravagli di Pistoia, e la figlia minorenne, rappresentata dall’avvocato Andrea Torre di Prato, mentre l’avvocato Francesca Barontini è curatore della ragazza.

Martina Vacca