
Diaconato permanente, è un nuovo inizio
Altro ministero importante è quello del diaconato permanente. Ad occuparsi della formazione degli aspiranti diaconi è don Diego Pancaldo. "Il diaconato permanente – spiega don Pancaldo – è ripartito, dopo lunga pausa, quindi, alla luce del documento elaborato dalla Conferenza episcopale toscana, abbiamo ripreso dal 2019 questo cammino. Al momento abbiamo quattro aspiranti diaconi in formazione, che già hanno fatto la candidatura attraverso un percorso quinquennale (addirittura più lungo se si considera l’anno di discernimento, considerato propedeutico), e che perciò diventeranno diaconi. Poi ne abbiamo altri quattro, che hanno iniziato il percorso nel 2022 è quindi sono all’inizio del cammino. Questi ultimi sono uomini di varie età e di varia provenienza parrocchiale che hanno iniziato da poco il percorso che prevede incontri mensili da seguire con me, ma anche studi teologici da fare e attività da svolgere nelle rispettive parrocchie di provenienza. Alcuni di loro hanno già fatto degli studi teologici, che però devono essere completati nel quinquennio che occorre per diventare diacono, altri invece devono partire da zero". Per diventare diacono permanente occorre avere alcune caratteristiche. Una di queste è l’età. "Un’età adulta – spiega don Pancaldo –, ma con dei limiti. Avviare il percorso formativo per chi ha più di 65 anni, infatti, avrebbe poco senso. Anche se l’età non è tassativa, diciamo che si può iniziare il percorso verso il diaconato dai 35 ai 60 anni".
Un altro requisito è l’attività già svolta nella comunità parrocchiale. "Gli aspiranti diaconi – riprende don Pancaldo – sono uomini che già svolgono attività nella loro parrocchia: di tipo catechistico, di animazione liturgica o di servizio caritativo. Anche la formazione alla spiritualità diaconale guarda a queste tre mansioni, quindi al servizio della messa, al servizio dell’altare e della parola, e infine al servizio del povero e del bisognoso. Gli aspiranti diaconi sanno che una volta ordinati saranno a disposizione della Diocesi, per compiti che il vescovo può loro affidare, come l’impegno a guidare una zona parrocchiale o dei gruppi, oppure occuparsi di opere diocesane di carità, o ancora delle opere amministrative".
Nel caso di uomini sposati viene chiesto anche il consenso della moglie, "che – sottolinea don Pancaldo – è coinvolta in prima persona". E non sempre il percorso iniziato va a buon fine, anche perché la formazione è rigorosa e gli impegni familiari possono influire sulle scelte future. "Il gruppo che si sta avviando adesso alla conclusione del percorso formativo – ricorda don Pancaldo – all’inizio era composto da otto aspiranti e adesso ne sono rimasti quattro. Il cammino di discernimento, serve proprio a capire se uno è adatto a svolgere quel ministero o meno. Al momento non sono previste ordinazioni a breve di nuovi diaconi, perché i quattro che attualmente si trovano nel percorso più avanzato devono ancora completare l’ultimo biennio".
Patrizio Ceccarelli