Dipendenze, l’alcol piace ai minori. E c’è chi si sfida a colpi di drink

Una ricerca rivela che lo 0,7% di ragazzini di 11 anni ha dichiarato di essersi ubriacato almeno 2 volte nella vita

Dipendenze, l’alcol piace ai minori. E c’è chi si sfida a colpi di drink

Dipendenze, l’alcol piace ai minori. E c’è chi si sfida a colpi di drink

PISTOIA

L’estate è tempo di tormentoni. Uno dei più frequenti ricorda le precauzioni sul consumare molta frutta e verdura, evitare di uscire nelle ore più calde, bere molta acqua. È anche il tempo in cui un po’ più ci si lascia trasportare dall’euforia di stare all’aria aperta con gli amici, condividendo magari qualche bevanda alcolica che, di per sé, può essere innocua se è solo un episodio sporadico. Se qualcuno ha però ha la tendenza ad abusarne, allora in estate il fenomeno di dipendenza si accentua, con tutte le conseguenze che ciò comporta. Vittime maggiori sono i più giovani alla ricerca dello sballo, e segue andamenti legati a età e genere: una ricerca condotta nel 2022 da Ars (Agenzia Regionale Salute) Toscana ha rilevato che lo 0,7% di ragazze e ragazzi di 11 anni ha dichiarato di essersi ubriacato almeno 2 volte nella vita.

Con l’aumentare dell’età, ma si tratta sempre di giovani adolescenti, i numeri si distaccano anche dalla media nazionale: in Toscana sono il 28,4% delle quindicenni e il 18% dei maschi a essersi ubriacati (dati nazionali rispettivamente 21,3% e 15,6%).

Un quadro che preoccupa, perché la dipendenza da qualunque sostanza è deleteria, ancor di più se a esserne incatenati si trovano giovani vite, vittime di mode pericolose come lo è per esempio il binge drinker: almeno 5 bevute in poche ore, un gioco che conta quasi 1 milione di giovani fra gli 11 e i 25 anni. Gian Luca Fiammerighi della sezione pistoiese Acat, l’associazione che lavora a supporto e prevenzione, ricorda la presenza dei gruppi nelle scuole per attività di sensibilizzazione, anche con il simulatore ottico che aiuta a spiegare gli effetti provocati dall’alcol sulla lucidità.

Sono 5 i club in città che accolgono, senza giudicare ma per sostenere le persone sofferenti, non solo a causa dell’alcol ma anche per droghe illegali, violenze, gioco d’azzardo, convinti che il sostegno, alla persona e alla sua famiglia, sia il modo migliore per invertire la rotta e guardare al futuro con ottimismo: "I nostri club lavorano partendo dal concetto che l’alcol è dannoso alla salute, di conseguenza non possiamo parlare bere responsabile.

Il termine "dipendenza" finisce per confinare il problema del consumo in un limbo che individua la responsabilità solo di qualcuno, ma la scienza parla di "disturbo da uso di alcol" ponendo così attenzione sul consumo più vasto, definito da Oms come una droga che riguarda tutta la comunità. L’approccio che ispira i nostri club, quindi, lavora con le famiglie per migliorare le relazioni, la condivisione e l’accoglienza." Chi volesse maggiori informazioni può rivolgersi a 339 818 8384 senza timore: la dipendenza è un gioco perverso, e la scommessa da vincere è per la vita.

Alessandra Chirimischi