Pistoia, 13 ottobre 2018 - «L’ACCORDO di programma firmato nel 2016 tra governo, regione Toscana ed Emilia Romagna prevede dei progetti e dei tracciati che non possono essere variati pensando di stornare quei finanziamenti per altri tipi di spese o altre infrastrutture». Parola di Stefano Ciuoffo, assessore regionale al Turismo, che torna sulla questione del finanziamento per gli impianti di risalita del nostro Appennino e sul collegamento Doganaccia-Corno alle Scale rispondendo alla lettera inviata dai sindaci di Abetone Cutigliano e Sestola al governo e alle rispettive regioni.
Assessore, quindi resta tutto come prima? «Assolutamente. Riconfermo le scelte: non abbiamo bisogno di piani B. Stiamo affrontando una complessità oggettiva ma ci sono tutte le possibilità di ottenere un consenso al vincolo paesaggistico per il nuovo impianto. Consenso che presuppone una fase di progettazione collegiale». Il percorso per realizzare il nuovo impianto, però, sembra tutt’altro che facile... «Le difficoltà ci sono: il contesto è molto delicato e di conseguenza le cose vanno fatte con attenzione senza impattare sulla montagna. Quel che è certo, è che bisogna in tutti i modi valorizzare gli elementi positivi che verrebbero fuori dalla connessione tra i due comprensori. Questa sarebbe una chiave di volta sia per la stagione della neve che per quella estiva».
L’appello, quindi, è a fare squadra tutti insieme e a portare avanti il progetto? «Sì, non dobbiamo dare per perso un progetto che ha bisogno di sostegno da parte di tutti gli attori in campo. Anche e soprattutto dal sindaco di Abetone Cutigliano. Avete risposto formalmente alla lettera? «Insieme al collega emiliano, abbiamo scritto al governo dicendo che quella lettera non è stata concordata né discussa, quindi non è un argomento sul tavolo». Non ha paura che, a forza di temporeggiare, questi finanziamenti vadano persi? «Il rischio c’è. Ecco perché abbiamo bisogno del sostegno di tutti: se prestiamo il fianco alle contrapposizioni, i soldi potrebbero finire da un’altra parte».