Il parroco di Vicofaro, don Massimo Biancalani, risponde per le rime agli attacchi della Lega e in particolare agli affondi della capogruppo in consiglio comunale a Pistoia, Cinzia Cerdini, che senza mezzi termini chiede la rimozione del prete. "La chiesa c’è ed è sempre stata fruibile - afferma risoluto il sacerdote -, anzi, credo che la nostra esperienza ecclesiale sia un’esperienza importante e un tentativo di mettere in pratica dei principi umanitari ed evangelici - Siamo in linea con quanto ci chiede Papa Francesco, quindi non so cos’altro dovrei fare. Volendo parafrasare qualcuno, direi che qui siamo proprio di fronte al mondo al contrario, perché la politica, invece di dare addosso a chi cerca di mettere una pezza al problema, dovrebbe lei risolverlo. La soluzione spetta proprio agli amministratori e ai politici". Don Biancalani sottolinea che negli ultimi tempi la situazione a Vicofaro è migliorata. "Avevamo fatto la scelta di alloggiare alcuni ragazzi anche nell’aula liturgica per fronteggiare l’emergenza, ma senza intralciare la possibilità di presenza dei fedeli – afferma il sacerdote -, visto che abbiamo sempre celebrato la messa. Adesso era necessario rimettere un po’ in ordine, quindi abbiamo spostato i ragazzi dalla chiesa alla cappellina laterale. Si tratta di un’operazione che era già preventivata. I ragazzi tuttavia sono sempre tantissimi, perché la politica non si decide a prendere in mano la situazione che, è bene dirlo, non riguarda solo Vicofaro".
Per don Biancalani, il problema dei migranti "è del sistema normativo italiano, che lascia in strada queste persone, di cui nessuno si vuole occupare". "Noi, come comunità – prosegue il prete -, abbiamo cercato di dare una risposta sul territorio di Firenze, Prato e Pistoia, ma la nostra è una situazione di supplenza. La Chiesa non può risolvere i problemi per i quali servono risposte dagli amministratori". I migranti che fanno riferimento alla parrocchia di Vicofaro attualmente variano dai cento ai centocinquanta, secondo i periodi. "Questo – prosegue don Massimo – è un punto di riferimento per tanti migranti in tutta la Toscana. Ricordo a tutti – afferma il sacerdote – che noi per questo servizio non riceviamo contributi dallo Stato, quindi tutto quello che facciamo è un’opera umanitaria portata avanti grazie al sostegno di tanti privati, associazioni e realtà che ci aiutano anche economicamente ad andare avanti, perché c’è da pensare a procurare il cibo per tutte queste persone, da pagare le utenze, da fare le manutenzioni".
Patrizio Ceccarelli