di Samantha Ferri
Il virus dalla sua evoluzione alla sua cura. La lotta raccontata da chi la vive in prima linea, come il dottor Franco Vannucci direttore di Pneumologia e coordinatore area pneumologie della nostra Asl.
Dottore, com’è il virus durante questa seconda ondata? Causa sintomi peggiori rispetto alla prima?
"Non sembrano esserci particolari variazioni. In questa seconda ondata il virus si è diffuso in maniera maggiore nella popolazione, sono aumentati i contagiati e i soggetti ammalati come dimostrano i dati dei ricoveri dell’ospedale San Jacopo: nel trimestre marzo-maggio 336 ricoveri di pazienti Covid positivi, nel trimestre giugno-agosto 16 pazienti, dal primo settembre al 24 novembre 511 pazienti; i pazienti ricoverati in ospedale in questa seconda ondata sono solo quelli clinicamente più impegnati in quanto l’esperienza maturata durante la prima ondata ed una migliore organizzazione sul territorio permettono di non ricoverare i soggetti paucisintomatici o con sintomi modesti che pertanto sono gestiti a domicilio o nelle Rsa. Inoltre i ricoverati, che per il miglioramento delle loro condizioni cliniche necessitano di un minor impegno assistenziale, sono trasferiti presso l’ ospedale di San Marcello oppure alle cure intermedie all’ospedale del Ceppo".
Quali sono gli effetti e le conseguenze che può subire chi ha avuto il Covid?
"L’infezione da virus Sars CoV2 può determinare sintomatologia simil influenzale con dolori muscolari, astenia, facile affaticabilità, febbre, tosse, perdita gusto e olfatto, la sintomatologia più grave è ovviamente la possibile, progressiva e rapida insufficienza respiratoria dovuta alla polmonite interstiziale diffusa a entrambi i polmoni. Sono descritti in questi soggetti anche impegno di altri organi, come cuore, apparato neurologico e renale".
Che tipo di terapia al San Jacopo per curare i malati di polmonite da Covid?
"Al San Jacopo vengono somministrate le terapie secondo i protocolli indicati e approvati dagli enti regolatori: in questa seconda ondata le indicazioni sono all’uso di remdesevir nelle fasi precoci, di cortisone nella fase sintomatica, di eparina a basso peso molecolare per prevenire le complicanza vascolari, e la correzione dell’ insufficienza respiratoria con ossigeno, quali occhiali nasali, maschera con alti flussi, e con casco Cpap con periodi di pronazione fino alla necessità di intubazione oro tracheale e ventilazione meccanica in terapia intensiva con periodi di pronazione, in casi selezionati e secondo protocolli opportuni (Progetto tsunami, ndr) è stato utilizzato plasma iperimmune ovvero arricchito di anticorpi anti-virus prelevati da donatori guariti dal Covid-19".
Ci sono pazienti che seguite anche a domicilio in isolamento oppure una volta dimessi dall’ospedale? Quanti sono? Per quanti di loro è necessaria l’ossigenoterapia?
"I geriatri si occupano dei pazienti positivi nelle Rsa territoriali. Gli specialisti ospedalieri al momento non seguono i pazienti in isolamento domiciliare e concentrano le loro attività di diagnosi e cura all’interno dell’ospedale. È stato organizzato in ospedale e coordinato dal servizio di Pneumologia un percorso post-Covid che prevede la presa in carico dei pazienti precedentemente ricoverati per polmonite da Sars CoV2 per valutare le possibili conseguenze e gli eventuali esiti soprattutto a carico dell’apparato respiratorio. Per quanto riguarda la prima ondata sono stati controllati 170 pazienti con valutazione funzionale respiratoria, esami radiologici (Rx torace o Tc torace), esami ematici (compreso il dosaggio degli anticorpi anti Sars CoV2), valutazione fisiatrica e fisioterapica, valutazione infettivologica soprattutto nei soggetti a cui erano stati somministrati farmaci biologici come tocilizumab, baricitinib...".
Ci spieghi meglio.
"I pazienti dimessi con ossigeno terapia hanno recuperato in genere entro un mese dalla dimissione ed è stata sospesa la fornitura di ossigeno in quanto non più necessaria. Al controllo a 6 mesi 65 dei 170 pazienti non presentano più alcuna alterazione funzionale respiratoria eo radiologica, per gli altri 105 è programmato controllo a un anno per le modeste alterazioni funzionali eo radiologiche ancora presenti. Nella seconda ondata (ottobre-novembre) sono stati dimessi 45 pazienti in ossigeno terapia a domicilio; stiamo iniziando il percorso post Covid di controllo per i soggetti ricoverati nella seconda ondata".
E con la riabilitazione respiratoria che risultati ci sono? Quanti pazienti si riesce a recuperare? In genere sono i pazienti più giovani?
"Su 92 pazienti consecutivi valutati nel percorso post-Covid da fine aprile a luglio sono stati individuati 22 soggetti che presentavano ad un tempo medio di 50 giorni dalla dimissione ospedaliera, ridotta forza muscolare e ridotta tolleranza allo sforzo con sintomatologia respiratoria associata; i parametri funzionali sono andati progressivamente migliorando a seguito di un intervento riabilitativo personalizzato fornito dai colleghi della Medicina fisica e riabilitativa e dai fisioterapisti".
Come ci si può difendere dal Covid? È utile vaccinarsi contro la comune influenza?
"Vale la pena di ribadire ancora una volta che per difendersi dall’infezione da Covid vanno rispettate le regole consigliate: utilizzo della mascherina, distanziamento sociale, igiene delle mani. I risultati ottenuti in questi ultimi giorni anche in termine di riduzione del numero dei ricoveri devono essere consolidati con il mantenimento delle precauzioni ricordate. È inoltre consigliata la vaccinazione antinfluenzale e per i soggetti a rischio anche la vaccinazione anti pneumococco".