"Mio padre – ricorda Michelangiolo Gherardini, figlio del deportato Angiolo Gherardini – , dopo essersi arruolato nell’Arma dei carabinieri ha partecipato a tutte le campagne di guerra. È stato catturato dai tedeschi in Albania nell’ottobre del ‘43 ed è stato tenuto prigioniero fino alla primavera del ‘45. Ai primi sentori che l’avanzata delle truppe alleate era inarrestabile, i tedeschi hanno svuotato il campo di concentramento nel quale si trovava, a Dusseldorf, e hanno fatto trasferire i prigionieri in altri luoghi, dove però gli internati hanno continuato a patire la fame e altre sofferenze, fino a che non sono stati presi in consegna dagli alleati".
"Ho saputo che mio padre era stato deportato in un lager nazista - racconta Maria Gloria Canovai, figlia di Omero Canovai – da bambina. Un giorno lo sentii mentre parlava con con una persona, erano gli anni ‘60, e descriveva le atrocità che aveva visto nel campo di concentramento".
"C’è una lezione che dobbiamo imparare assolutamente – ha osservato il vescovo, Fausto Tardelli, presente alla cerimonia - e cioè che questa immane e terribile tragedia, che è stata la shoah, forse troppo facilmente l’abbiamo considerata una cosa del passato, che ci sta alle spalle e di cui possiamo anche dimenticarci. Io credo, invece, che la lezione da ricevere sia quella che che purtroppo la barbarie è una possibilità dell’essere umano. Ogni essere umano, ogni epoca, ogni società, può imbarbarirsi e può cominciare a ritenere giusto, ciò che è giusto non è e può cominciare a ritenere una cosa buona, ciò che invece contraddice la dignità dell’essere umano. Questo pericolo oggi lo vediamo, per cui la memoria della shoah è una memoria che ci invita alla vigilanza sull’oggi".
Per il segretario della Cgil di Pistoia, Daniele Gioffredi, "bisogna che le nuove generazioni sappiano cosa è successo e soprattutto bisogna evitare l’indifferenza. C’è un clima d’odio che sta interessando il mondo, le guerre stanno diventando la normalità e si è disimparato ad usare la parola pace. Oggi, partendo proprio dal ricordo di quanto accaduto oltre 80 anni fa, occorre provare a invertire la tendenza, soprattutto parlando alle nuove generazioni".
"Dopo 80 anni dovevamo aver superato questo clima d’odio – ha sottolineato la segretaria Cisl, Alessandra Biagini -, invece, con le guerre che sono in atto, in Ucraina e nel Medio Oriente, questo odio sta crescendo notevolmente."
Patrizio Ceccarelli