Dopo le intimidazioni. Lavoratori e sindacati chiedono contratti stabili

A quasi una settimana dal grave episodio si cerca un punto di incontro. La rappresentanza dei cinquanta operai rivendica maggiori garanzie. Nel frattempo la produzione della Vot continua a essere bloccata .

Dopo le intimidazioni. Lavoratori e sindacati  chiedono contratti stabili

In foto le proteste davanti alla fabbrica

QUARRATA

Dopo la denuncia di lunedì scorso riguardante un grave episodio di intimidazione avvenuto all’interno dell’azienda Vot nei confronti di un operaio pakistano che sarebbe stato preso a bastonate perché aveva denunciato la situazione di sfruttamento e le condizioni di lavoro precarie all’interno dell’azienda stessa, sono giorni di trattative e di colloqui tra i sindacati e i rappresentanti aziendali per arrivare alla risoluzione del caso che possa garantire la sicurezza e i diritti dei lavoratori.

Venerdì scorso, nonostante la festività, si è tenuto il primo incontro fra i vertici della ditta (che controlla anche Tuscan e New Sofa che sono mono-fiduciarie della stessa Vot) e la rappresentanza sindacale composta da Sudd Cobas e Fillea Cgil. Una concertazione andata avanti per oltre quattro ore culminata con la promessa di riaggiornarsi a breve, visto che in ballo ci sono oltre cinquanta dipendenti. "La maggior parte dei ragazzi che lavorano all’interno hanno contratti di un mese, o anche settimanali, ma nonostante questo ci sono alcuni operai che hanno una anzianità anche importante – afferma Davide Chiappinelli, segretario provinciale di Fillea-Cgil che ha partecipato all’incontro – fino ad oggi gli operai hanno un contratto del settore legno ma non sono degli artigiani.

La richiesta arrivata dai sindacati è stata quella di passare all’industria, visto che qui non si ha a che fare col mondo dell’artigianato, e procedere con una stabilizzazione immediata, ovvero far sottoscrivere a tutti contratti a tempo indeterminato.

Su questo siamo stati irremovibili, visto che in una prima fase l’azienda chiedeva di aspettare alcune scadenze contrattuali fra la fine di novembre e gli ultimi giorni di dicembre". Le rappresentanze sindacali difendono le istanze di oltre 50 lavoratori, quasi tutti stranieri con la presenza soltanto di alcuni italiani, e chiedono tempi celeri per arrivare ad una soluzione che, alla fine, può convenire a tutti onde evitare ulteriori forme di protesta. Anche perché, da lunedì scorso, il presidio degli operai è sempre attivo e, di fatto, la produzione è ferma causando mancati introiti di non poco conto per la Vot.

"Il prossimo incontro è fissato per mercoledì" conclude Chiappinelli, "ed è in quella sede che avremo l’opportunità di valutare attentamente le decisioni che l’azienda avrà preso nel frattempo, una volta che i titolari, che sono tutti e tre di origine cinese, avranno avuto modo di confrontarsi e discutere con i rispettivi consulenti. È fondamentale per noi comprendere quali saranno i passi successivi, anche perché la situazione è delicata"

Non mi voglio sbilanciare in previsioni o speranze, dico solo che attualemte rimaniamo in una situazione di attesa sapendo che le aziende hanno comunque dato segnali e spiragli di apertura che speriamo, a questo punto, si concretizzi nel via libera alle richieste avanzate per i contratti a tempo indeterminato"

S.M