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"Dottori, venite quassù". L’appello del sindaco dal borgo in montagna

La lettera del primo cittadino di Sambuca Pistoiese, da due anni senza medico "Fate una scelta dettata dal cuore. Siamo isolati ma veri e pronti a dare una mano".

SAMBUCA PISTOIESE (Pistoia)Millequattrocento abitanti di una terra di frontiera, sospesa tra la Toscana e l’Emilia Romagna, sono rimasti senza il medico. Devono percorrere chilometri per trovare il primo ambulatorio, a Candeglia, sulla prima collina pistoiese. Il sindaco di Sambuca, Marco Breschi, classe 1957, professore di demografia all’Università di Sassari, con una esperienza di studioso che sfiora ormai i quarant’anni, ha deciso di rivolgere un appello a cuore aperto a un dottore, o una dottoressa, che abbia voglia di fermarsi lassù, dove si respira l’ara pura dei boschi, dove l’acqua scintilla e dove la gente può apparire un po’ "ispida", ma è sempre pronta a dare una mano. Breschi è sindaco di Sambuca da nove mesi appena, eletto il 10 giugno 2024 nella lista civica "Insieme per Sambuca". Ha diffuso una lettera che è un appello accorato per aiutare la sua gente di montagna: "Mi sto davvero rendendo conto dei diritti essenziali negati a tutti i sambucani e di come subiscano una logica economica e disumana che lascia indietro, e non si prende cura, di chi non vuole abdigare alle proprie radici".

Sono due anni che Sambuca non ha più il medico di base e da poche settimane nemmeno più la guardia medica."Di fronte alla legge nazionale l’azienda sanitaria non ha strumenti se le persone, in questo caso i medici, non se la sentono di venire quassù. Stiamo parlando di una crisi totale – spiega il sindaco Breschi – dove di fronte a bandi per ventidue posti, come è avvenuto di recente a Pistoia, si presentano in due. Quindi Sambuca che chance può avere? Il mio è un appello al cuore di un medico giovane che possa considerare il fatto di venire a esercitare quassù come una vecchia missione. Siamo soli, isolati, ma veri e la gente qui è pronta a dare una mano. Non c’è assenza, e affiora invece un fenomeno nuovo, quello di lasciare il posto fisso per reinventarsi una vita nuova".

Breschi è ben consapevole che la sua proposta è considerata un po’ naïf: "Ma non mi interessa, mi interessa invece risolvere il problema. Ci siamo e combattiamo". Gli abitanti di Sambuca non sono giovanissimi, l’età media delle millequattrocento anime amministrate da Marco Bresci supera i 55 anni. "Ma ci sono i nuovi arrivi – non si scoraggia lui – sono i metropolitani convertiti e gli extracomunitari giovani. Ma la nostra speranza ora è il medico, perché ci sono persone che stanno lasciando il comune proprio per questo: come fa un ottantenne a pensare di guidare per oltre trenta chilometri per andare dal dottore?".

Impossibile non chiedergli un parere da studioso: "Siamo di fronte a un fortissimo declino demografico. L’Italia sarà sotto i quaranta milioni di abitanti entro settanta-ottant’anni. Ovviamente si libereranno degli spazi, comprare casa costerà meno, ma intanto qui, per esempio, mancano cose semplici: la connessione qui è importante, è un servizio essenziale e non significa parlarsi da una stanza all’altra come in città, significa, per esempio, lavorare da casa e rimanere nella propria terra".

Il sindaco Breschi crede anche nelle pluriclassi, qui necessarie perchè i bambini sono pochi. "Ma si impara di più e intanto, dopo quindici anni, riapriamo la vecchia cucina della scuola, con la cuoca e i prodotti del posto a chilometro zero. Siamo piccoli, ma belli e gentili. Abbiaso solo bisogno del dottore: perlomeno provateci. E poi la guardia medica qui la notte non la chiama nessuno. Hanno paura di disturbare".

lucia agati