
Il procuratore capo Tommaso Coletta, e il sostituto Leonardo De Gaudio
È appena iniziato nelle aule del tribunale di Pistoia uno dei procedimenti legati all’inchiesta Endgame. Pierluigi Spera, residente a Montecatini, difeso dall’avvocato Massimiliano Soldi, è imputato in un procedimento per traffico di stupefacenti. Nel 2026, sarà chiamato a giudizio, insieme all’imprenditore cinese Hu Yunes, per accuse di estorsione che riguardano alcuni locali. L’operazione Endogame, condotta dalla squadra mobile della questura e dal nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza, lo scorso anno, portò all’arresto di 12 persone. Dall’attività degli inquirenti, dove le intercettazioni hanno svolto un ruolo cruciale, si sono aperti quattro filoni che hanno riguardato il controllo dei locali, lo spaccio di droga che, secondo le ipotesi investigative, avveniva all’interno degli esercizi, i reati fiscali, compresa l’esportazione di valuta all’estero, le scommesse clandestine e il gioco d’azzardo che avrebbe avuto, come teatro, la città di Prato. La posizione di dieci indagati è passata poi al vaglio dell’autorità giudiziaria della città laniera.
Tutto è cominciato nel febbraio del 2022 con una denuncia al commissariato di Montecatini da parte di due ristoratori. I titolari delle attività hanno denunciato di aver ricevuto pressioni e minacce. Da qui ha preso il via Endgame. La procura della repubblica di Pistoia, dopo una prima fase delegata alla squadra mobile della questura, ha ritenuto opportuno avvalersi del contributo investigativo specialistico di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza. Il giudice delle indagini preliminari di Prato, per una serie di contestazioni legate alle intercettazioni, ha revocato la carcerazione per dieci persone, riducendo le limitazioni della libertà personale all’obbligo di domicilio e di firma. A sorpresa, quindi, sono state attenuate in modo considerevole le misure cautelari attuate nei confronti di dieci degli indagati.
Le attività condotte dalla squadra mobile della questura di Pistoia hanno seguito un’articolata attività investigativa, durata oltre un anno. Il lavoro delle forze dell’ordine, coordinato dalla procura, ha consentito di ricostruire l’esistenza di un pervicace fenomeno estorsivo e di un vero e proprio sistema di scommesse illegali e clandestine. Tali scommesse, secondo quanto emerso in sede di indagine, si svolgevano sia on line sua appositi siti clonati, sia in luoghi fisici costituiti da sale slot ubicate nel comune di Prato, nominalmente riconducibili a cittadini cinesi ma di fatto in mano a due dei soggetti coinvolti nell’inchiesta Da.B.