Un drone "abbattuto" a colpi d’arma da fuoco. Non è successo in uno scenario di guerra bensì a Casa Marconi, piccola borgata pochi chilometri sopra l’abitato de Le Piastre. Questi i retroscena del singolare accaduto: il titolare di un’attività di accoglienza si è trovato più volte ad essere sorvolato da un piccolo drone, pare della categoria inferiore ai 250 grammi (per intendersi quelli che non necessitano di patente di volo, ma possono essere guidati da chiunque con un’assicurazione e una identificazione tramite Qrcode che permetta di rintracciare il proprietario in caso di smarrimento o di caduta accidentale, nda).
Vedere volare il suddetto drone da diversi giorni sopra la propria attività, sia nei pressi della piscina che davanti alle finestre, ha suscitato un certo malumore nel gestore. Gestore che, in merito al velivolo, ha formulato le più diverse ipotesi d’uso, compresa quella che fosse legato all’attività di malintenzionati. Fatto sta che un drone che vola sopra una proprietà senza che se ne conosca né il motivo né la provenienza non può far piacere e quindi il proprietario della struttura turistica, per prima cosa, ha allertato i carabinieri, che però non sono riusciti a risalire alla provenienza del piccolo drone e nemmeno al proprietario. Lo scorso sabato, dopo aver passato più di mezz’ora con le forze dell’ordine senza venire a capo di nulla, esasperato dalla situazione e preoccupato per la propria privacy e per quella ai suoi clienti dopo giorni di inutili tentativi di risolvere la questione con le "buone", ha deciso di mette fine alla fastidiosa presenza. Come? Ha imbracciato il fucile e, essendo un esperto tiratore al piattello, non ha avuto difficoltà a inquadrare e colpire l’intruso, abbattendolo. Dopodiché ha immediatamente chiamato i carabinieri, che sono tornati per l’ennesima volta sul luogo.
Nel frattempo il proprietario del drone, che abita nelle vicinanze, si è palesato, presentandosi a casa dell’uomo per reclamare la riparazione del velivolo. A quel punto – nota di colore – pare che sia emerso che i due si conoscano da quando erano ragazzi. Tra l’altro il pilota, quando ha visto l’uomo imbracciare l’arma, avrebbe provato a richiamare rapidamente il drone, invano. La vicenda pare alquanto complicata perché tra le norme che regolano il volo sono previste: la distanza dalle proprietà private, l’assenza di persone che potrebbero subire danni sia per una eventuale caduta del velivolo che per la loro privacy, l’altezza da terra e altre limitazioni. Alla fine le armi di proprietà dell’operatore sono state sottoposte a sequestro cautelativo da parte delle forze dell’ordine, in attesa delle indagini che facciano luce su una vicenda che appare obbiettivamente surreale.
Il sorvolo reiterato non è sfuggito nemmeno agli abitanti del paese che si sarebbero manifestati infastidit per quei volteggi a bassa quota che il drone spesso avrebbe effettuato. Resta il fatto che il volo sopra le zone abitate sia vietato salvo casi particolari autorizzati da Enac: che non si possa volare sopra i centri abitati è fatto noto a tutti, come è noto che non ci si possa sparare, cosa che è stata immediatamente ammessa dall’esasperato operatore turistico. Operatore che però ha raccolto la solidarietà di molti paesani, i quali avrebbero lasciato un gran numero di "caffè sospesi" a favore del nostro protagonista, in un bar della zona.
Andrea Nannini