Ecosistema urbano. La classifica ci boccia. I peggiori della Toscana

Il rapporto di Legambiente conferma un trend negativo ormai da anni. Dal trasporto pubblico alla raccolta differenziata, ecco le maggiori difficoltà.

Se esistesse un campionato sportivo legato all’"Ecosistema Urbano", la nostra provincia storicamente sarebbe chiamata a soffrire, a lottare per la salvezza e confidare in qualche passo falso altrui. Ieri è stato diffuso il rapporto 2024 elaborato, come di consuetudine, da Legambiente, che prende in esame una decina di specifiche che riguardano il nostro modo di vivere: dalla qualità dell’aria, tassello fondamentale per la graduatoria, alla fruibilità dei mezzi pubblici e della loro efficienza passando per la dispersione del sistema acquedottistico fino alle varie sogli di inquinamento per le quali, si prova a tenere botta.

Il rapporto 2024 mette Pistoia al 94esimo posto e, oggettivamente, di risultati positivi ce ne sono davvero pochi: il migliore è il 15esimo per la concentrazione media di NO2, ovvero del biossido di azoto, ma poi a livello di qualità dell’aria il dato è sicuramente condizionato dalle centraline al confine con Prato e, in Valdinievole, dai dati che arrivano dall’inquinamento in Lucchesia che è una delle peggiori zone di tutta la Toscana e non solo. E così ci si può imbattere nel 99esimo posto per numero di giorni di superamento della media per l’ozono e solo uno più giù per la concentrazione media di PM 2,5 (ovvero le polveri sottili) mentre è fortunatamente in decisa controtendenza il comparto delle PM10, con la provincia al 28esimo posto.

Alle voci positive, poi, c’è poco altro considerando che i dati migliori portano, al massimo, al raggiungimento di un 27esimo posto che riguarda l’uso efficiente di suolo. Per il resto, ci salviamo per il consumo idrico domestico per litri al giorno (28°), i metri quadri di Ztl ogni 100 abitanti (29°) e l’uso efficiente di suolo (27°). Tutte le altre voci prese in esame dal report di Legambiente, invece, hanno valori particolarmente negativi. Il peggiore è il 102esimo, su 106 province, della percorrenza su trasporto pubblico, ovvero i chilometri per ogni vettura a disposizione di Tpl percorso dagli abitanti nel corso dell’anno: non è un caso che questa sia la vera dimostrazione della grande preponderanza dell’uso del mezzo privato.

Proseguendo in questa panoramica tutt’altro che soddisfacente, troviamo Pistoia al 79esimo posto per la dispersione degli acquedotti sul territorio, l’85esimo per il valore di raccolta differenziata segnale che si dovrà ancora migliorare molto mentre c’è il centro della classifica per le piste ciclabili (58°) e per il numero di alberi ogni 100 abitanti (56°). Infine 66° posto per il numero di auto ogni 100 abitanti, e 90° per la variazione negli ultimi 5 anni di uso di suolo.

Come detto, questa è una classifica che ha sempre visto la nostra provincia occupare le posizioni di ampia retroguardia, a dimostrazione di quanto complessa sia quest’area della Toscana: rispetto allo scorso anno, infatti, Pistoia ha perso due posti ed il valore peggiore dell’ultimo quinquennio è stato il 2022 col 95° posto, mentre precedentemente la situazione era leggermente migliore stazionando fra l’80° e l’83° piazza. Di conseguenza, con una posizione così bassa è evidente che la provincia pistoiese sia anche la peggiore a livello toscano. Parlando esclusivamente di questo ultimo rapporto, si vede come la più vicina a Pistoia sia Massa Carrara che è al 91° posto mentre la migliore in Toscana è Siena (26°) davanti a Livorno (29°): Prato staziona al 57° posto e Firenze poco più indietro (63°).

Saverio Melegari