Elettricista morto folgorato. Due datori di lavoro a processo

Il gup ha accolto la richiesta degli avvocati dei familiari della vittima, un uomo di quarantanove anni. L’incidente mortale avvenne quasi due anni fa, il 19 luglio 2022, in un ristorante del centro di Prato.

Elettricista morto folgorato. Due datori di lavoro a processo

Elettricista morto folgorato. Due datori di lavoro a processo

Il 19 luglio 2022 morì folgorato mentre stava lavorando alla cappa della cucina del ristorante Tortellove di via Tinaia nel cuore del centro storico cittadino: ieri per l’infortunio mortale di Gianni Gesualdi, l’elettricista 49enne originario di Montemurlo, il giudice delle udienze preliminari del tribunale pratese, Francesca Scarlatti, ha rinviato a giudizio due persone. Si tratta di Angelo e Alberto Novelli, padre e figlio, soci insieme ad altre persone della Novelli Impianti, la ditta di Montale per la quale lo sfortunato elettricista lavorava come dipendente. L’udienza è stata fissata per il 9 ottobre davanti al giudice Francesca Del Vecchio.

Agli imputati, che sono difesi dagli avvocati Massimo Nitto ed Eva Betti, è attribuito il reato di omicidio colposo secondo due accezioni differenti: Angelo in quanto preposto di fatto perchè presente sul luogo dell’incidente, e il figlio come delegato alla sicurezza. Gli avvocati Stefano Belli e Alessandra Favi, che assistono i familiari dell’elettricista morto folgorato da una scossa elettrica, hanno chiesto e ottenuto dal giudice la costituzione di parte civile della moglie, delle sorelle e dei genitori dell’elettricista. I legali, inoltre, hanno anche chiesto che la società Novelli Impianti venisse riconosciuta come responsabile civile: richiesta che è stata accolta dal giudice. Esce dalla scena del processo la proprietaria dell’immobile, dove due anni fa si è consumata la tragedia.

L’autopsia eseguita sul corpo di Gesualdi aveva confermato che l’elettricista è morto folgorato mentre stava effettuando alcuni lavori di ristrutturazione all’interno del locale di via Tinaia. I segni rinvenuti sulle mani dell’operaio di 49 anni non lascerebbero dubbi: le bruciature presenti sulla mano destra farebbero pensare che Gesualdi abbia usato questa mano per afferrare, senza utilizzare la protezione di un guanto, un cavo del quadro elettrico del ristorante per effettuare i lavori di messa a norma della canna fumaria. L’elettricista avrebbe poi toccato inavvertitamente un corpo metallico, forse un tavolo in acciaio inox che si trovava lì accanto, che avrebbe fatto da conduttore. E’ la ricostruzione anche degli investigatori che hanno ricostruito la dinamica dell’incidente che si è rivelato fatale per il lavoratore.