"Eri un combattente. Non arretravi di un passo"

Il ricordo di una lunga amicizia alla luce di una sconfinata passione per i monti

"Eri un combattente. Non arretravi di un passo"

Marco Ceccarelli

Combattente. Se dovessi trovare un aggettivo per descriverti, Marco, direi combattente. E se c’è una cosa che in questi anni mi hai insegnato è stata proprio quella di non arrendersi mai. Combattere sempre, non arretrare di un passo. Non mollare di un centimetro. C’è un ricordo che mi rintrona in testa da quando ho saputo che non ci sei più. Sei tu, sempre sorridente, ma col fisico provato, che al ritorno dall’ospedale mi guardi con quella tua aria impertinente e mi dici "oh boss, non muoio nemmeno stavolta". Mi sarebbe piaciuto sentirtelo dire ancora Marco. Accidenti, se mi sarebbe piaciuto. Vent’anni di conoscenza, almeno una quindicina di amicizia. E come tutte le amicizie siamo andati d’accordo e ci siamo scontrati, alcune volte pure in modo aspro. Un certo modo di far politica, a un certo punto, ha provato a dividerci. Siamo stati mesi senza sentirsi, mesi di rabbia. Mia, sicuramente. Forse anche tua. Poi quest’estate ci siamo riavvicinati. Abbiamo ricominciato a sentirci. Mi hai raccontato degli ennesimi ricoveri, degli ennesimi esami, delle ennesime difficoltà. E lì ho capito che l’amicizia è questo: si litiga, ci si tiene il muso e poi si torna a camminare insieme. Anche se certe cose si vedono diversamente. Eri vulcanico e veloce come il vento. Nei pensieri, nelle azioni e pure alla guida. Sembra impossibile, adesso, pensare che non ci sei più. Impossibile e ingiusto. Una passione sconfinata per la montagna, per la tua Doganaccia. Che hai contribuito ad attaccarmi e che mi ha portato a fare esperienze quassù che mai avrei pensato di fare. Affezionato, attaccato alla tua famiglia. La tua di origine, quella che hai formato e quella grandissima della Doganaccia. Più di un’impresa con dei dipendenti, per te la Doga è sempre stata una scelta di vita, un sogno, un obiettivo da costruire insieme con gli altri. E poi la passione politica, dicevamo. Con le conseguenti arrabbiature, che comunque ti passavano velocemente, spesso accompagnate da una battuta ironica. Quell’ironia che non hai mai messo da parte, nonostante tutto, accompagnata da un enorme coraggio. Così grande che spesso ci hai lasciati a bocca aperta. Cercare di trovare un senso a una perdita così giovane è veramente difficile. Forse ha più senso pensare a tutta l’energia, a tutto l’affetto e ai sorrisi che lasci qui. E che devono trovare un futuro. Uno sfogo. Un modo di diventare bene. Un grande abbraccio alla tua famiglia: a Sergio, a Ronnie, a Francesca e Olimpia. A tutta la Doga. A tutti coloro che ti vogliono bene. Che sono tanti. Ciao Marco. Mi mancherai davvero.

Davide Costa