Sono accusati di aver agevolato in modo illecito il conseguimento della patente di guida di vari generi di veicoli per oltre 50 persone, arrivando a chiedere fino a 14mila euro a volta, in modo da facilitare stranieri con scarsa conoscenza dell’italiano e senza adeguata prepatazione. I militari del comando provinciale della guardia di finanza di Reggio Calabria, con la collaborazione dei comandi provinciali di Pistoia e Brescia, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Martino Infantino, 1966 di Taurianova, titolare di autoscuole anche in Valdinievole e Ivan Emanuele, 1963, funzionario pubblico della motorizzazione civile di Pistoia. Interdittiva con l’applicazione del divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale nei confronti di Saverio Tripodi, titolare di altra autoscuola.
L’attività investigativa delle fiamme gialle nell’operazione Senso Unico ha consentito di far emergere un’associazione a delinquere di 13 soggetti, di cui fanno parte titolari e dipendenti di autoscuole e funzionari pubblici, accusati di aver commesso una serie di reati, tra cui truffa, corruzione e falso. Avrebbero agevolato, fino a falsarne l’esito dietro cospicui pagamento, l’esame della patente di guida di oltre 50 persone. Nella vicenda risultano coinvolti 71 soggetti di cui 11 pubblici funzionari. Le fiamme gialle hanno eseguito perquisizioni negli uffici dei dipendenti pubblici considerati infedeli nelle motorizzazioni civili di Reggio Calabria e Pistoia, oltre al sequestro preventivo di cinque società che svolgono l’attività di autoscuole, scuole di pilotaggio e nautiche, oltre al loro patrimonio aziendale.
I controlli sono stati fatti anche nelle sedi legali di 11 autoscuole oggetto di indagine e in altri luoghi nella disponibilità degli indagati per l’acquisizione di ulteriori elementi di prova. L’autorità giudiziaria ha emesso l’ordine di esibizione di documentazione nei confronti delle motorizzazioni interessate dalle indagini. Il provvedimento rappresenta l’epilogo di complesse e articolate indagini del Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Reggio Calabria. Secondo le fiamme gialle, Infantino sarebbe stato l’ideatore del complesso sistema, intendendo una rete con i dipendenti pubblici infedeli. In questo modo sarebbe riuscito a estendere gli interessi illeciti anche in Toscana e Lombardia, partendo dalla Calabria.
I beneficiari sono risultati essere soggetti soprattutto stranieri con difficoltà a leggere e comprendere l’italiano o privi di preparazione teorica e pratica. Tutto era organizzato nei minimi particolari, a partire dalla scelta dell’esaminatore più disponibile, che in numerosi casi compilata direttamente i test o, evitando di vigilare, consentiva ai candidati l’utilizzo di apparecchiature elettroniche o cellulari. Per questi illeciti venivano chiesti fino a 14mila euro. Alcuni candidati hanno superato i quiz in modalità informatica, pur con il pc spento. Una di loro addirittura è risultata idonea pur rimanendo fuori dall’aula. Alcuni candidati hanno utilizzato auricolari miniaturizzati, che permettono a due persone di parlare senza fili a distanza, senza destare sospetti. Daniele Bernardini