Una situazione paradossale, difficile da spiegare e da credere. Che il presidente biancorosso Ron Rowan fosse sopra le righe lo si era capito fin da subito, dal momento in cui senza nessun motivo aveva deciso di mandare via Nicola Brienza, allenatore dell’anno e protagonista di tre stagioni che definire straordinarie è dire poco. La sua sostituzione tardiva arrivata con l’annuncio di Dante Calabria praticamente con la squadra già fatta aveva aumentato la percezione che si potesse essere di fronte ad una sorta di ’padre-padrone’. Ciò che è successo dopo non è stata altro che la conferma. Rowan che di fatto allenava e dirigeva la squadra tanto da meritarsi un richiamo da parte dell’Usap, la cacciata di Calabria dopo uno screzio sia con lo stesso Rowan che con il figlio, l’arrivo di Markovski – ripescato dal dimenticatoio – e il nuovo allontanamento, con alla base divergenze similari.
Sulla rottura con il coach macedone, la newsletter Spicchi d’Arancia fornisce la sua ricostruzione dei fatti, parlando di un esonero causato "dalla scelta dell’allenatore di non sottostare ai diktat della proprietà che chiedeva 40 minuti in campo per il figlio Maverick (il cui desiderio di allenarsi solo mattina avrebbe fatto cancellare diverse sedute di allenamento pomeridiane) e di non utilizzare per più di tre minuti i giocatori italiani. Il tutto pochi giorni dopo che lo staff aveva respinto la richiesta di Ron Rowan di gestire direttamente la seduta di allenamento". Siamo, appunto, al paradosso.
Intanto la protesta dei ragazzi della Baraonda Biancorossa diventa ogni giorno più forte e soprattutto più esplicita. Dopo lo striscione esposto contro il direttore generale ("I modi da sceriffo ci vengono a noia, Ettore Saracca via da Pistoia") è arrivato nel giorno di Santo Stefano quello ancora più chiaro che ha il sentore di ultimatum verso il presidente: "Natale è passato ma non te ne sei andato. Rowan ferma questa follia, prendi tuo figlio e vattene via". Nel mezzo c’è una classifica da raddrizzare e una stagione da salvare, ma sinceramente appare tutto tremendamente difficile perché per conquistare la salvezza c’è bisogno di un gruppo unito a partire dalla società per arrivare alla squadra ed ai tifosi, un corpo unico che lotta per raggiungere l’obiettivo, ma in questo momento a Pistoia non c’è niente di niente. Ora tocca a Gasper Okorn gestire la patata bollente.
Maurizio Innocenti