
L’ex albergo Arcobaleno è chiuso da tempo e all’asta, più volte andata a vuoto
Eternit sul tetto dell’ex Hotel Arcobaleno di Sammommè, Il Circolo Legambiente di Pistoia denuncia la situazione di degrado e pericolosità nella quale si trova la struttura ricettiva che fin dalla prima metà del 1900 è stata principale protagonista dello sviluppo economico del paese, adagiato sul confine montano del comune. "L’Hotel è riuscito a rimanere punto di riferimento turistico, ma anche sociale e culturale a livello nazionale ed europeo fino al 2000-2015 circa, per poi avviarsi verso il declino" scrivono da Legambiente in una nota. Dal 2015 fino al 2020 ha proseguito l’attività come centro di accoglienza, dopodiché la chiusura e la messa all’asta, più volte andata a vuoto.
"La situazione odierna è quella che vede una struttura, con ancora grandissime potenzialità, degradare velocemente e trasformarsi in un “ecomostro“ proprio all’ingresso del paese – sottolinea Antonio Sessa, presidente di Legambiente Pistoia –. Ma soprattutto rappresenta un pericolo per la salute pubblica, e rischia di precludere qualsiasi proposito di rilancio futuro".
Eppure, dichiarano dall’associazione, l’ex Hotel potrebbe ancora rappresentare il fulcro per l’economia locale intercettando i nuovi trend turistici legati al turismo slow, al turismo sportivo (come trekking e mtb) e allo scoutismo, in un territorio che offre un’ampia rete di sentieri e la presenza della storica Ferrovia Porrettana. "Purtroppo, ormai in ogni paese della montagna è presente una grande struttura fatiscente – aggiunge Sessa –, il cui degrado è causato quasi sempre da due fattori: le lungaggini della burocrazia e la differenza tra il valore economico stimato a livello contabile e quello legato all’economia reale del posto. Recentemente, sia la Pro Loco che Legambiente hanno segnalato l’aggravamento delle condizioni di pericolo determinate sia dalla facilità di ingresso nell’edificio, meta di vandali, ma soprattutto perché nelle giornate ventose detriti di varie forme e dimensioni di eternit si staccano dalla porzione di tetto (circa 500 metri quadri) coperta con lastre ondulate di cemento-amianto". A gennaio 2025 sono stati eseguiti sopralluoghi, posizionamenti di transenne e un intervento di bonifica dei detriti in strada: "Ma da allora non sono stati effettuati altri interventi. Chiediamo pertanto – conclude il presidente Sessa – che venga periziata l’entità del pericolo, oltre a un’accelerazione della burocrazia, ma anche la messa in sicurezza degli accessi e la rimozione degli elementi che possono staccarsi trasportati dal vento, per tutelare la salute pubblica".
G.A.