Export manifatturiero. Non tutti sorridono. Registrato un calo. Ma c’è chi resiste

I dati riguardano l’area di competenza di Confindustria Toscana Nord. Nel nostro comprensorio siamo fermi a +0.3 per cento . Tiene bene il settore della maglieria; male il calzaturiero.

Export manifatturiero. Non tutti sorridono. Registrato un calo. Ma c’è chi resiste

Export manifatturiero. Non tutti sorridono. Registrato un calo. Ma c’è chi resiste

PISTOIA

Analizzare i dati che emergono dall’export manifatturiero del terzo trimestre 2023 (da luglio a fine settembre) è esercizio alquanto difficile ma il numero duro e crudo per quanto concerne l’area di competenza di Confindustria Toscana Nord, ovvero Prato, Pistoia e Lucca, parla di un calo del 3,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ma, come spiegato dall’ente camerale, sono necessari dei distinguo (soprattutto nell’area lucchese) perché vanno a confrontarsi mercati ed esperienze che, nell’estate 2022, erano ancora alle prese col rimbalzo post-Covid e che oggi non lo sono più. Per quanto concerne la nostra provincia, però, l’export manifatturiero è sostanzialmente stagnante (+0,3%) e, di conseguenza, non si registrano scossoni particolari. Si parte dal segno meno che caratterizza il settore della moda che si ferma al -7,4% frutto di valori prettamente negativi in larghi settori (calzaturiero -8,1%) ad eccezione della maglieria (+13%) e abbigliamento (+3,2%). Prosegue la crescita verso l’alto, invece, del comparto alimentare: i mercati stanno pullulando di richieste per i prodotti tipici del nostro territorio ed i numeri parlano chiaro.

Dopo il 2022 che aveva superato del 40% la mole di export del 2019, quindi in era pre-Covid, il terzo trimestre 2023 segna un ulteriore +12,8% che fa capire quanto sia importante questo traino. Allo stesso modo, anche il ferroviario non scherza con un +10,9%, a dimostrazione della bontà della filiera produttiva che si trova a queste latitudini. C’è, poi, il mondo della gomma (-13,3%) e della plastica (-21,4%) che vede un certo crollo a fronte, però, di un terzo trimestre 2022 eccessivamente rivolto verso l’alto. Infine, altri settori che viaggiano sull’altalena: si va dai macchinari e apparecchi in campo positivo (+4,1%) ai mobili, inclusi i materassi, con -4,3%, passando per i prodotti in metallo (+1,6%), la chimica con -7,2% e gli apparecchi elettrici con -28,5% che, come altri, si scontrano con un precedente di un anno fa che viaggiavano con aumenti intorno al 70% e, quindi, restano in campo positivo.

"Sono tre i fattori che condizionano maggiormente l’interpretazione dei risultati emersi dalle elaborazioni – fanno sapere da Confindustria Toscana Nord – il primo riguarda il rallentamento economico che si è fatto più intenso con la seconda parte dell’anno. C’è poi, immancabile, l’andamento di costi e prezzi (riferito a materie prime, e differenziati fra i vari prodotti, oltre ad energia e gas, ndr) considerato che i dati Istat a livello provinciale sono circoscritti ai soli valori e non danno quindi elementi sui volumi. Infine, il fattore statistico del confronto con un anno, il 2022, che è stato, soprattutto per alcuni settori, ancora di pieno rimbalzo post-Covid, quindi con risultati particolarmente positivi che rendono arduo ogni confronto". Antenne dritte, pertanto, sulle prossime rilevazioni per capire anche le tendenze per il prossimo anno.

Saverio Melegari