A sei anni dall’inizio della procedura per fallimento dell’impresa vivaistica Sandro Bruschi, dichiarata fallita il 10 ottobre del 2018, le indagini della procura si sono concluse e nell’udienza preliminare prevista per il 4 ottobre 2021, davanti al giudice Patrizia Martucci, si discuterà la richiesta di rinvio a giudizio per bancarotta fraudolenta nei confronti dell’imprenditore pistoiese Sandro Bruschi, difeso dall’avvocato Alberto Rocca di Prato; dell’imprenditore pistoiese Fabrizio Tesi, difeso dall’avvocato Andrea Niccolai e Andrea Mitresi del foro di Pistoia; di Lorenzo Marchionni, difeso dall’avvocato Lorenzo Zilletti del foro di Firenze e di Marco Cappellini, difeso dall’avvocato Valerio Spigarelli del foro d Roma. Marchionni e Cappellini sono i consiglieri, professionisti, che hanno curato le trattative precontrattuali e la redazione dei contratti per conto di Fabrizio Tesi.
Tutti e quattro gli imputati, salvo eventuali proposte di riti alternativi che potrebbero essere presentati in sede di udienza preliminare, potrebbero essere chiamati a rispondere in giudizio, in concorso, di una serie di azioni con cui avrebbero occultato, o "dissipato" i beni dell’azienda fallita, tramite operazioni con cui, secondo l’accusa, l’impresa veniva spogliata completamente sia dei beni aziendali che delle rimanenze senza che vi fosse vantaggio economico per l’azienda stessa e realizzando, sempre secondo l’accusa "un grave pregiudizio per gli interessi dei creditori privati e pubblici". Tra queste azioni, elencate nel capo di imputazione con cui il pubblico ministero Linda Gambassi chiede il giudizio, vi sono contratti d’affitto di azienda con canoni sottostimati.
Il solo Sandro Bruschi avrebbe quindi, sempre secondo l’accusa, distratto circa 400mila euro tramite assegni circolari non ancora posti all’incasso e bonifico. Avrebbe quindi pagato alcuni creditori a discapito di altri attingendo al proprio conto per circa 120mila euro.
Le parti offese (che si potranno costituire parti civili a ottobre), sono i Vivai Cooperativi Società Agricola Cooperativa; Vivai Piante Chiti Vittorio; Chiti Piante; Perucci Agricoltura di Agliana; Chiavacci Firenze &Figlio; Agenzia delle entrate, nella persone del suo direttore protempore.
A fronte di queste accuse, come la Tesi Group ha sempre sostenuto in precedenza in questa vicenda, il suo intervento per rilevare l’affitto di due aziende della Bruschi e riacquistare il soprassuolo è noto e pubblico e sostenuto dalle associazioni di categoria. C’erano 40 posti di lavoro che sono stati tutti mantenuti. Tesi ha sempre sostenuto di aver pagato un prezzo congruo e di non dispersione del patrimonio che ha consentio alla curatela del fallimento di riscuotere, dalla Tesi, quasi 3 milioni di euro.
l.a.