REDAZIONE PISTOIA

Femore rotto a 103 anni, in piedi il giorno dopo

Intervento mini-invasivo perfettamente riuscito al reparto di Ortopedia del SS. Cosma e Damiano, diretto da Giovanni Zaccherotti

Operato all’ospedale di Pescia la sera per la riduzione di una frattura del femore e il giorno dopo è già in piedi. Si tratta di un paziente di ben 103 anni, portati in maniera veramente splendida che, cadendo, si è procurato la frattura del femore sinistro. E’ ricoverato nel reparto di Ortopedia e Traumatologia del SS. Cosma e Damiano, diretto da Giovanni Zaccherotti e per la parte infermieristica coordinato da Renza Nelli (entrambi nella foto).

"Si trattava della frattura tipica dell’anziano – spiega Zaccherotti – e il paziente è stato operato con una metodica che ormai è in uso da tempo: l’inchiodamento endomidollare. Questa tecnica, definita gold standard, prevede un accesso chirurgico veramente mininvasivo. Ciò comporta un minimo insulto chirurgico e la ridotta aggressività permette il recupero della funzione in tempi rapidi e quindi l’autonomia del paziente. L’intervento è durato trenta minuti e questa è un’altra caratteristica della mininvasività a vantaggio del paziente".

"Alla professionalità del personale medico e infermieristico che ha curato in maniera esemplare il delicato paziente – aggiunge Sara Melani, direttore sanitario del presidio pesciatino – vanno certamente addizionati lo spirito indomabile e la fibra ferrea dell’ultracentenario su cui hanno contato i sanitari, decidendo quindi di affidarlo subito alle amorevoli cure dei nostri fisioterapisti. Così il mattino successivo all’intervento hanno attivato il percorso per il recupero funzionale e la deambulazione assistita". L’ultracentenario è dunque in piedi, grazie ai fisioterapisti diretti da Sandra Moretti. Con la deambulazione assistita cammina già nelle corsie del reparto ortopedico. Alle équipe chirurgica e fisioterapica dell’ospedale di Pescia sono giunti i complimenti dei dipartimenti delle specialistiche chirurgiche diretto da Stefano Michelagnoli e di Medicina Fisica e Riabilitativa diretto da Bruna Lombardi.

La frattura del femore nell’anziano – spiega l’Asl Toscana Centro – ha raggiunto un’incidenza molto elevata. Oltre il 90% delle fratture riguarda ultra 75enni. C’è una netta prevalenza femminile. E’ stato dimostrato che la celerità di azione terapeutica associata a un minimo impatto chirurgico e a una corretta e immediata riabilitazione postoperatoria, dove possibile, hanno dato la possibilità a molti pazienti di tornare alle attività che svolgevano prima del trauma in una buona percentuale dei casi. Merita comunque ricordare che, secondo le più recenti statistiche, la mortalità è pari al 28,4% a un anno dall’intervento e che gli autonomi per le comuni attività quotidiane passano dal 59,3% prima della frattura al 29,2% dopo la frattura mentre la percentuale dei parzialmente dipendenti raddoppia (da 25,8% a 50,5%)".

"Pertanto – è la conclusione di Giovanni Zaccherotti – a causa del graduale invecchiamento della popolazione italiana, un’opportuna prevenzione del rischio fratturativo con vitamina D3 e K2 deve guidare sempre più la nostra azione terapeutica in questi soggetti tanto delicati".