
Festival letteratura indipendente C’è pure "Il giardino delle parole"
Nel parterre degli ospiti, tra i professionisti del settore, a raccontare com’è e cosa significa ancora oggi resistere, fare cultura, ma soprattutto venderla, distanti dai giganti editoriali e fortemente convinti del valore altissimo della scrittura e della lettura indipendenti. C’è anche una presenza pistoiese (l’unica italiana insieme a un’altra di Parma) alla prossima edizione del Flip-Festival della letteratura indipendente di Pomigliano d’Arco dell’1, 2 e 3 settembre, Il Giardino di parole di Roberta Bravi, realtà libraia indipendente da tre anni in via Pagliucola 115. Il festival nasce con l’intenzione di raccogliere il meglio della filiera del libro in un dialogo vero con la comunità di lettori, sviluppato in una serie di incontri dal respiro nazionale e internazionale messi a punto dalla direzione artistica di Eduardo Savarese, con la regia strutturale di due librai e un blogger, Maria Carmela Polisi di "Mio nonno è Michelangelo", Ciro Marino della Wojtek Libreria e Fabio D’Angelo di "Una banda di cefali". "E’ stato inaspettato essere chiamati quale voce protagonista di uno degli incontri del festival ma anche motivo di grande gioia – spiega Roberta –, perché risultato di quanto fatto in questi tre anni, una convocazione che premia sia le vendite del 2022 sia come mi sono approcciata con il pubblico, con tutte le iniziative che qui si sono svolte. Ho partecipato al ‘Flip’ lo scorso anno e ho trovato grande condivisione di sentimenti, una volontà di abbattere il mito dello scrittore inarrivabile creando convivialità, familiarità e umanità". Roberta e il suo Giardino in particolare saranno protagonisti nella giornata del 2 settembre: sarà in questa sede che la libraia pistoiese - "ma io prima di tutto mi definisco lettrice", dice lei – racconterà la sua esperienza indipendente. "Come si gestisce una libreria così? Con l’impegno oltre gli orari canonici di lavoro, con la passione per ciò che fai perché la gente deve sentire che tu stai passando un certo messaggio, un certo amore. Bisogna creare un’idea di comunità. Io poi mi sono imbarcata in un’avventura certamente diversa, avendo a che fare con case editrici indipendenti e autori spesso esordienti: ci vuole la costanza di leggersi le cose, spiegarle e rispiegarle e la convinzione che le nuove generazioni hanno qualcosa da dire, solo in modo diverso da come eravamo abituati. Se non c’è amore per quel che fai, si spegne tutto. E la gente lo sente".
linda meoni