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Il vescovo Fausto Tardelli
Pistoia, 12 febbraio 2025 - Già la scelta voluta del termine "suicidio" è in sé foriera di scontro, forse perché non aiuta a capire. Ora la legge approvata dal Consiglio regionale della Toscana, per quanto accompagnata dall'espressione "medicalmente assistito", segna una frattura che peraltro non è soltanto tra cattolici e non, ma all'interno di mondi che sono un po' più complessi di come vengono rappresentati. La laicità è cittadinanza di tutti, il punto sta nelle argomentazioni, laicissime, tanto di chi è favore quanto di chi è contro. Il vescovo di Pistoia, con una nota che segue quella scritta ieri dal presidente della Conferenza episcopale toscana Paolo Augusto Lojudice che ha parlato "non di un traguardo, ma una sconfitta per tutti", scrive di "una forzatura ideologica che presenterà limiti formali e morali", con la registrazione di un dispiacere: "I cattolici impegnati non dovrebbero avere paura di andare controcorrente". Per monsignor Fausto Tardelli, "si possono fare tutte le leggi del mondo, ma togliersi la vita ed aiutare qualcuno a togliersela non sarà mai una cosa buona. Questo è molto chiaro e va detto. Quando poi si arriva a considerarlo una/ cosa buona, vuol dire che qualcosa dentro di noi si è spezzato e si è messo sottosopra. Se capita a chi soffre, tutto è nelle mani dell’infinita misericordia di Dio. Ma se invece diventa una lucida teoria, una ideologia, è solo accecamento della ragione". L’approvazione in consiglio regionale della legge dedicata al “suicidio assistito" rappresenta per Tardelli "un fatto estremamente spiacevole e doloroso, una sconfitta per tutti e soprattutto un arretramento dei diritti, dei presìdi di civiltà e amore per il prossimo che erroneamente si vuol presentare come tutelati. Di fronte a questo provvedimento, come potranno lavorare i medici, gli operatori sanitari, coinvolti ad esempio nelle 'commissioni territoriali', che loro malgrado saranno messi davanti a scelte drammatiche, senza peraltro un quadro normativo nazionale chiaro e di tutela? Viene il dubbio che quella presentata sia soltanto una comparsata comunicativa ben orchestrata, una forzatura che molto presto mostrerà tutti i suoi limiti, legali e morali. Tutto questo in un contesto di preoccupante ed evidente arretramento della sanità pubblica, in cui questo nuovo quadro normativo potrebbe aprire scenari drammatici già nel prossimo futuro". Arretramento generale della sanità pubblica, dunque, e al tempo stesso lo smarrimento di un alfabeto comune. E Tardelli ci va giù duro: "Quanto ai cattolici impegnati in politica, ammesso che ancora esistano, almeno qualche volta non dovrebbero aver paura di andare contro corrente e porre attenzione a non prestarsi a giochetti, fatti perlopiù per mantenere il potere". Infine, "dal canto nostro, come Chiesa non arretreremo a fronte delle richieste di amore e di cura che provengono dalle famiglie e dalle comunità, che chiedono semmai più risorse e più sostegno per l’accompagnamento delle persone malate o fragili, per tutelarne realmente la dignità, fino alla fine".