"Con la ricorrenza del 2 novembre è ripartito il mercato dei fiori. Le imprese segnalano un discreto impulso nelle vendite, che con la pandemia avevano subito un brusco arresto dovuto all’azzeramento di cerimonie ed eventi". A dirlo è il presidente della Federazione Nazionale Florovivaismo di Confagricoltura, Luca De Michelis, sottolineando il significato di questa tradizione consolidata, in cui i fiori rappresentano il primo pensiero per ricordare le persone care che non ci sono più, ma anche per dare un tocco di colore nei mesi invernali che accompagnano al Natale.
Quella del fiore reciso è una tradizione tipicamente italiana, con la Liguria, il Veneto, la Campania, la Toscana, il Lazio, la Puglia e la Sicilia che rappresentano i mercati più importanti. "Il consiglio è quello di comprare fiori e piante italiani – dice De Michelis – non soltanto per far ripartire la nostra economia, ma soprattutto perché siamo leader per qualità e durata del prodotto rispetto agli altri Paesi. In particolare, oltre ai fiori tipici del periodo come i crisantemi, sono molto richiesti i ciclamini: la loro storia è ricca di aneddoti e leggende, e secondo gli antichi greci i luoghi in cui vengono piantati sarebbero immuni da eventi malefici o nefasti".
"Il mercato a piccoli passi si sta riavviando – aggiunge De Michelis – ma siamo ancora distanti dai livelli prepandemia e rimangono ancora molti problemi, in primis quello dell’approvvigionamento di materiali come torbe e vasi, che fatichiamo a trovare e sono sempre più costosi. Un altro problema è il forte aumento dei costi di produzione, soprattutto per gas e gasolio".
Quest’anno le varietà più vendute di crisantemi sono state Spider, Ping Pong, Elena, Snow Down, Turner e Multifiore. I prezzi sono risultati stabili o in lieve aumento per i maggiori costi di produzione. Stabili le quotazioni di Pescia, con 1 euro per gli Uniflora e 0,44 per i Multifiore.
"Toscana e Liguria esportano quasi il 90% della produzione; in Sicilia c’è il più grande produttore europeo di crisantemi recisi; italiani anche i più grandi ibridatori di rose. Eppure – conclude – siamo la cenerentola dell’agricoltura per la promozione del florovivaismo Made in Italy. Oggi, nonostante la flessione dovuta al Covid, il comparto rappresenta un valore alla produzione di 3 miliardi di euro e un saldo attivo della bilancia commerciale di oltre 400 milioni di euro, per 27mila imprese che danno lavoro a oltre 110 mila addetti.