Modesto, per non dire "fiacco". Comunque di certo non paragonabile ai numeri estivi. "Marino e Pistoia di nuovo insieme" ma non troppo, almeno non nella versione invernale delle riaperture parziali di Palazzo del Tau decise dal commissario della Fondazione Marini di Pistoia, il prefetto a riposo Raffaele Ruberto. Sette date in tutto, due delle quali – il 14 e 15 dicembre – appena andate in archivio con un flusso piuttosto timido: diciassette visitatori in due giorni. A fornire il dato secco insieme a una serie di letture è lo stesso commissario Ruberto, il cui ruolo, ricordiamo, si esaurirà definitivamente a febbraio 2025.
"A luglio, nel primo week-end di aperture, gli accessi furono settantasette. Non so le ragioni di un tale distacco tra i due numeri, probabilmente era prevedibile aspettarsi un miglior risultato in luglio per via della presenza maggiore di turisti in città – spiega il prefetto -. Al termine delle aperture faremo un bilancio e con questo delle riflessioni che saranno comunque di utilità a chi verrà dopo di me. Un ragionamento però può esser fatto subito. Io credo che non si debba limitare la valorizzazione dell’artista al solo museo. ‘Valorizzare’ significa perseguire insieme tutta una serie di altre azioni. Non siamo contrari, come detto dall’amministrazione comunale, all’idea di museo diffuso, fermo restando una principale prevalenza del nucleo delle opere di Marini al Tau. Siamo inoltre favorevolissimi ai prestiti, come a Rovereto dov’è in corso una mostra sugli etruschi con opere del maestro. Siamo anche in una fase avanzata di contatti con realtà museali aretine. Si tratta di un’operazione già incardinata che ovviamente dovrà essere condotta in porto dal nuovo cda e che so aver convolto anche la fondazione San Pancrazio. Realtà verso la quale ho sempre teso la mano evidenziando l’opportunità di una collaborazione tra le due fondazioni. È chiaro che questa collaborazione dovrà essere portata avanti dal nuovo cda".
Già, il nuovo cda, la questione che più agita le acque intorno alla Fondazione e sulla cui composizione si sono mobilitati nelle ultime settimane anche i sei eredi di Mercedes Pedrazzini, vedova Marini, lamentandone l’esclusione. "Uno dei tre soggetti istituzionali ha avanzato la sua designazione, ne mancano due – confessa Ruberto senza però fornire altri dettagli -. Intorno ai primi giorni di gennaio si potrà arrivare a chiudere il cerchio. Vorrei non dover utilizzare tutta la proroga decisa per me dal prefetto di Pistoia. La presunta esclusione degli eredi Pedrazzini dal cda? Umanamente e affettivamente comprendo, ma dal punto di vista giuridico la richiesta non è legittima. Lo dice lo statuto, lo confermano opinioni giuridiche autorevoli: con la morte della fondatrice non c’è spazio per altri che non siano i tre soggetti istituzionali. Il cda può operare con un minimo di tre e massimo sette membri. La fondatrice aveva il potere di nominare a sua discrezione altre persone nell’ambito delle sette. Mancando la fondatrice, decade anche questo potere di chiamata". Infine, spazio a una riflessione: "Pensiamo che la Fondazione possa avere le carte per candidarsi a centro di studi e ricerca sulla scultura italiana – conclude Ruberto -. A questo deve puntare per attrarre davvero l’attenzione sul Marini".
Per chi lo vorrà, palazzo del Tau sarà aperto anche nei giorni 21 e 22 dicembre, 4, 5 e 6 gennaio dalle 10 alle 18 con ultimo ingresso alle 17; le visite sono a numero chiuso, per trenta persone in contemporanea. Accesso gratuito, senza prenotazione.
linda meoni