L’impresa incaricata di riaprire la strada provinciale 37, che collega la Statale 12 con il paese di Cutigliano, ha posizionato i mezzi con alcuni giorni di anticipo, forse per cercare di guadagnare tempo sulle previste piogge della prossima settimana. Dopo la frana che si è verificata la notte tra mercoledì e giovedì appare dunque certa la volontà di Gabriele Bacci di andare a soluzione del problema in via definitiva, evitando un ulteriore stillicidio. La strada provinciale 37 è in sofferenza da diversi anni e in paese si sommano le voci che chiedono il ripristino di viabilità adeguata a uno dei borghi più belli della Montagna pistoiese. La frana ha riportato all’attenzione le fragilità che storicamente attanagliano il paese.
A ricostruirne il percorso è Rossano Pagliai, imprenditore locale: "la frana a monte che ha invaso la strada si era già verificata 4 o 5 anni or sono, anche se in misura meno importante, allora venne via un pezzo di ringhiera poi risaldata, questa frana è nello stesso punto. Cutigliano è un paese costruito sull’acqua di numerose sorgenti, infatti non è mai mancata, salvo qualche geniale intervento di Gaia. Negli anni tra il 1985 e il 1990, sotto al paese venne fatto un lavoro di consolidamento e furono messe una ventina di pompe idrovore che, con il passare del tempo si sono rotte. Un paio sono state ripristinate nel 2024 ma si sono rivelate insufficienti, quindi il terreno si è impregnato e in una zona l’acqua è tornata a uscire, esattamente nell’area dove ha provocato la frana. L’ufficio tecnico probabilmente se ne era accorto e aveva fatto posizionare un tubo al fine di drenare il terreno". "Nel pomeriggio di mercoledì - continua nel suo racconto – c’è stata una prima avvisaglia con un piccolo smottamento. Quando siamo tornati, nel tardo pomeriggio, abbiamo preso direzioni diverse, mia moglie e nostro figlio quindicenne, sono tornati a casa in macchina e la frana li ha sfiorati. Una tragedia fortunatamente solo rasentata, sarebbe bastavo passare qualche minuto più tardi perché accadesse l’irreparabile. Il sindaco, come anche il capogruppo di minoranza, a causa della lunga esperienza amministrativa, - conclude - lo sapevano da tempo quale fosse la situazione".
Anche le soluzioni individuate, da via Cantamaggio o da Rivoreta, sono considerate come toppe, pur riconoscendo che sia il sindaco che la provincia si sono adoperati in modo encomiabile ma, fino al ripristino delle idrovore che drenino l’acqua da sotto l’abitato, c’è la convinzione che il paese non avrà pace. Tutto questo senza voler pensare che le tutte le strade possono ghiacciare e innevarsi.
Andrea Nannini