Atti alla Procura di Milano. Tutto da capo e tutti scarcerati. E’ questo, in sintesi, l’esito dell’udienza davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma dove ieri è comparso, tra gli altri indagati, l’ex garante del trust Orange Maurizio De Simone, arrestato lo scorso 4 aprile dalla Guardia di Finanza su esecuzione dell’ordinanza del gip di Roma, nell’ambito di una maxi indagine dei Finanzieri di Venezia su una frode fiscale ai danni dell’Ue, legata ai fondi del Pnrr.
Il giudice – come ci ha spiegato il difensore di De Simone, l’avvocato Gerardo Perillo del foro di Avellino – ha accolto l’eccezione di incompetenza territoriale presentata dal legale e ha quindi ritenuto competente il tribunale di Milano, rinviando gli atti alla procura milanese. Tutte le persone che si trovavano ancora sottoposte alla misura cautelare sono state scarcerate e, di fatto come ci ha confermato Perillo, tutto ricomincia da zero. "Impossibile – ha commentato l’avvocato di De Simone – prevedere i tempi, non se ne riparlerà comunque prima di tre o quattro mesi".
De Simone aveva ottenuto recentemente gli arresti domiciliari. L’indagine, come si ricorderà, era stata condotta dalla Procura Europea e lo vede indagato per frode fiscale ai danni dell’Unione Europea in relazione ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. De Simone potrebbe dover rispondere anche di associazione a delinquere e truffa aggravata. La maxi indagine, lo ricordiamo, aveva portato all’esecuzione di 24 misure cautelari in tutta Italia e a un sequestro preventivo per oltre 600 milioni di euro.
Tra gli arrestati anche Stefan Lehmann, l’imprenditore tedesco che rilevò la società arancione nel gennaio 2022 per poi cederla allo stesso De Simone un anno e mezzo dopo. C’erano stati altri sei arresti e altre persone erano finite ai domiciliari.
Le attività di frode attribuite al sodalizio, col coinvolgimento di prestanome e professionisti, avrebbero riguardato progetti per decine di milioni di euro.