Funivia Doganaccia Corno alle scale. In consiglio comunale slitta il voto

Continuano gli intoppi legati alla realizzazione della tanto discussa infrastruttura di collegamento "Serve tempo per approfondire alcuni aspetti sollevati dal comitato ’Un altro Appennino è possibile’".

Funivia Doganaccia Corno alle scale. In consiglio comunale slitta il voto

il consiglio comunale di San Marcello Piteglio

È la funivia Doganaccia Corno alle Scale a rappresentare il più corposo dei punti all’ordine del giorno del Consiglio comunale di San Marcello Piteglio. Il colpo di scena evocato nei giorni scorsi c’è stato, complice l’inversione dell’ordine del giorno che ha portato la funivia al primo punto. La presidente Sandra Romagnani ha motivato la richiesta di rinviare la discussione con l’assenza di due consiglieri, tra cui il vicesindaco, e con "il bisogno da parte degli uffici tecnici di approfondire alcuni aspetti emersi recentemente, sollevati dal comitato "Un altro Appennino è possibile, versante Toscano", e dal gruppo "Prospettiva Futuro" che ha sollevato alcune questioni di carattere tecnico". A delineare l’evoluzione del quadro è stato il sindaco, Luca Marmo, affermando che "la Provincia ha avviato la Conferenza dei servizi il 15 luglio, che deve essere chiusa in 60 giorni, con possibile proroga di 20. Se c’è l’accordo la conferenza si conclude con esito positivo con il piano di fattibilità tecnico economica. Ci sono alcuni motivi per cui è stato chiesto il rinvio – ha aggiunto –, il primo è il cambio del tipo di funivia, passando da quella a due cabine a una mono cabina, generando meno impatto sull’ambiente e vedendo i volumi ridursi di un terzo; così la stazione di arrivo sarà più in basso. E poi lo scarso coordinamento tra le due regioni".

Marmo a conclusione ha sottolineato: "Ne approfitto per levarmi un sassolino dalle scarpe, in direzione della Regione Toscana: la Provincia ha lavorato disciplinatamente, come un ente deve fare, in presenza di un accordo, la Provincia sapeva che avrebbe dovuto pubblicare il bando dei lavori entro il 19 ottobre. Abbiamo chiesto una proroga e la Regione ha risposto che quelli erano i tempi e andavano rispettati. E la Provincia ha lavorato ‘mazza e stanga’ per rispettarli". Ha poi spiegato che la revoca dei 5 milioni di cui si è tanto parlato, la Regione ha dichiarato che doveva essere fatta in quel modo, e che probabilmente i denari verranno riassegnati forse anche tra il 2024 e il 2025. Alla fine Franco Del Re, capogruppo di "Prospettiva Futuro", ha attaccato affermando che si tratta "a tutti gli effetti di una variante urbanistica di conseguenza è doveroso che tutti i documenti attinenti vengano consegnati. Veniamo chiamati a deliberare su un progetto e ci viene chiesto di votare come fosse un atto di fede. Quindi chiedo che venga convocata l’apposita commissione". Dopo quasi un’ora, l’assemblea si è accorta che il rinvio del punto non era stato formalmente votato. Carlo Vivarelli, sempre dai banchi della minoranza ha chiesto spiegazioni sul perché a distanza di così tanto tempo e tante discussioni, nessuno si sia accorto della legge che impediva la realizzazione.

Andrea Nannini