
L’indagine dei carabinieri diretta dal sostituto procuratore Leonardo De Gaudio è. partita dopo la morte di una ventenne
Le piazze dello spaccio erano accanto al Kursaal, nella zona di via Marsala e alla periferia sud della città. Una rete, quella gestita da magrebini e italiani, che riforniva non solo i clienti locali ma anche i pendolari della droga, alcuni giovanissimi. Come la ragazza di 20 anni, che la mattina del 18 giugno 2023 acquistò proprio a Montecatini, da uno dei rivenditori, la sua ultima dose di cocaina. Si sentì male quello stesso giorno, fu ricoverata in ospedale e operata: una settimana dopo, il 24 giugno, morì. È da quella morte, che sono partite la indagini dei carabinieri della stazione di Pescia, comandante Francesco Marraccini, e della compagnia di Montecatini, sotto la direzione del sostituto procuratore Leonardo De Gaudio. Decine di intercettazioni telefoniche che hanno permesso agli inquirenti di risalire alla rete della droga. Undici gli imputati, tra cui anche il fornitore di quella che all’inizio era stata considerata la dose fatale per la ventenne.
Durante le udienze davanti al gup Patrizia Martucci, è emerso che la giovane soffriva di una patologia congenita e non è stato possibile individuare un nesso di causalità univoco e diretto tra l’assunzione della droga e la morte: a dirlo è stata la perizia del consulente incaricato dal pm, la dottoressa Ilaria Marradi. Ieri sono arrivate però le condanne per gli spacciatori: decine e decine le cessioni contestate. La pena più alta per Aymane
Khalis, 27 anni marocchino, condannato in abbreviato a sei anni e dieci mesi, per Baba Lamin, gambiano 31 anni, due anni e quattro mesi, per Abdellahm Lofti, 25 anni marocchino tre anni, e per Abd Errahim Er Sarrar, 27 anni, un anno e due mesi. Mentre David Melisi, 66 anni, affronterà il rito ordinario. Adamo Superbo, 24 anni, cui era contestata inizialmente anche la morte come conseguenza di altro reato, ha patteggiato una pena a un anno e quattro mesi.
M.V.