Giaconi, il ricordo è vivo: "Manca a tutta la comunità"

Sono passati quattro anni dalla morte della professoressa di italiano e latino. Continuano ad arrivare ricordi e testimonianze. Interventi di Matteucci e Pelagalli.

PISTOIA

Sono passati quattro anni dal 30 marzo 2020, quando a causa di un malore improvviso Elettra Giaconi venne a mancare. Docente di italiano e latino, la professoressa Giaconi aveva trascorso gran parte della sua carriera dietro la cattedra del Liceo Scientifico Amedeo di Savoia Duca d’Aosta, dove insegnato per 40 anni fino alla pensione. Riceviamo e pubblichiamo due ricordi, uno del suo ex studente e ora consigliere comunale Francesco Pelagalli, l’altro dell’amico e collega Mauro Matteucci. "In questi quattro anni non c’è stato giorno in cui non sia mancata agli allievi e agli amici – racconta Francesco. È però presente e viva nel ricordo grazie ai suoi numerosi studi, messi a disposizione con la liberalità e la modestia che l’ha sempre contraddistinta. È stato scritto per altri, ma anche per Elettra possiamo dire che si fosse data come regola quella di essere presente ma di non apparire mai! I suoi scritti e i suoi studi hanno attraversato indenni un certo disinteresse cittadino e sono ora patrimonio di tutti come Elettra ha sempre voluto. Didatta appassionata e devota agli allievi, Elettra ha costruito con i suoi insegnamenti e i suoi scavi documentari un tessuto scientifico, ma anche di affetto, che accompagna e unisce, ora che non c’è più, una messe di conoscenze e riflessioni storiche alle quali era sotteso il suo vastissimo patrimonio di cultura. Ricordo ancora quando le feci leggere la Tesi di laurea; in quell’occasione mi disse: "ricorda che ogni bene culturale, materiale o immateriale che sia, è una testimonianza di chi ci ha preceduti e noi dobbiamo fare lo stesso per chi verrà, lasciar loro qualcosa del nostro sapere e delle nostre riflessioni. Non scorderò mai questo precetto, un do ut des tra passato e presente, tra presente e futuro".

"Elettra Giaconi – ricorda il professor Matteucci – ha dato molto non solo alle nostre comunità di Vicofaro e di Ramini, ma alla città di Pistoia con il suo impegno nell’insegnamento, nella ricerca e nel servizio sociale soprattutto verso i più bisognosi. Così come svolse il suo instancabile lavoro nel liceo "Amedeo d’Aosta", nel quale insegnò per tanti anni, così svolse con acume rigoroso la sua attività di ricercatrice – legata alla laurea in storia medievale – pubblicando numerosi volumi su edifici e aspetti della vita religiosa nella nostra città. Desidero ricordare con personale commozione il libro autobiografico A cena col colonnello, Racconti di una guerra piccola piccola, in cui rievoca episodi vissuti dalla sua famiglia sfollata da Livorno durante il secondo conflitto mondiale e arrivata a Pistoia dopo aver girovagato in varie città. Mi regalò il libro quando cominciammo a lavorare insieme sia nell’insegnamento della lingua italiana ai migranti sia nelle esperienze di scuola attiva durante l’estate e di doposcuola con i bambini di Ramini. Fu proprio durante queste esperienze condivise – concluse – che potei ammirare il suo rigore professionale e educativo insieme all’attenzione umana nell’insegnare sia ai bambini che ai migranti: per lei, la cultura non era un possesso quasi geloso e narcisistico, come quello di tanti intellettuali chiusi in una conventicola, ma qualcosa da comunicare a chi ne era deprivato soprattutto per le origini sociali".