
La giostra dell'orso (Foto Castellani)
Pistoia, 8 giugno 206 - Gino Culatore, il cavaliere più titolato della storia della Giostra dell’Orso non ha dubbi. «Questa non è la mia Giostra. Non la chiamerei neppure Giostra – prosegue Culatore - troviamo un altro nome. A dire la verità mi resta difficile chiamarla anche una corsa perché non c’è il fascino di arrivare primo. Credo si vada incontro ad una manifestazione fatta tanto per fare e il rischio di una brutta figura è molto alto. Per avere un minimo di attrattiva bisognerà puntare su una sfilata eccezionale perché la corsa non è certo in grado di catturare l’attenzione soprattutto dei turisti».
Il regolamento che ha dato vita alla nuova Giostra non convince molto Gino Culatore. «Era sufficiente trovare una razza di cavalli idonea e lasciare tutto com’era – afferma Culatore – In questo modo non si capisce bene cosa si voglia fare e in che modo. Le difficoltà maggiori di questa nuova corsa sono quelle di tenere il cavallo entro il tempo minimo e massimo e, come sempre, colpire il bersaglio. Il problema è che è già tardi per preparare i cavalli a stare in quella falcata e ad insegnare ai cavalieri, che sono tutti giovani e inesperti con la lancia, a colpire. Speriamo siano svegli e pronti a capire come funziona».
Gino Culatore per la prima volta dopo quasi trent’anni non scenderà in piazza. «No, voglio troppo bene alla Giostra per correre una corsa a caso – ammette Culatore - andrò a vederla da spettatore. Se volevano trovare un modo per far finire la Giostra lo hanno trovato perché quando non offri uno spettacolo la cosa muore da sé. La Giostra è della città e come tale deve stare sotto la responsabilità del Comune e dei rioni, non credo che in altre città dove si corrono Palii importanti si appoggino alle Federazioni. Il Comune vuole questo e, allora, dal momento che si accetta di farla bisogna essere tutti d’accordo, ma non mi sembra che le cose stiano proprio così. Non vedo tempi buoni per la nostra Giostra».