"Mai avrei pensato, dopo 52 anni di attività, di dover intervenire a difendere mia figlia da un’aggressione di questa violenza". E’ comprensibilmente turbato Fedele Votino, 84 anni, uno dei commercianti più noti e stimati di Montale, creatore di un’azienda che da oltre mezzo secolo è radicata nella vita civile del paese. Ha il braccio destro fasciato Fedele Votino, ma stringe ancora la mano a pugno, quasi avesse ancora negli occhi l’immagine del volto della figlia Vania sanguinante. "Sono stato per decenni un pugile professionista – dice Fedele – ma al di fuori dell’ambito sportivo non mi era mai capitato di trovarmi nella condizione di sentire il bisogno di usare la forza per difendere la mia famiglia. E’ una vergogna che possano succedere queste cose. Io sono un ex pugile, mio figlio Valeriano è cintura nera di karate ma nessuno di noi avrebbe mai creduto di ritrovarsi in una situazione come questa". Valeriano Votino, appena tornato dal pronto soccorso, indossa ancora la maglietta strappata che aveva al momento della colluttazione. Ha il volto segnato da un vistoso ematoma all’occhio sinistro.
"Ho semplicemente messo fuori i due monopattini dei ragazzi – racconta – perché lì sulla rampa danno noia e intralciano il passaggio. Loro hanno iniziato a scalciare i carrelli e uno di loro ha colpito mia sorella. Allora l’ho bloccato a terra in attesa che arrivassero i carabinieri e non so dire neanche chi e come mi ha colpito in faccia, forse l’altro ragazzo. Ma non si può andare avanti in questo modo, per due o tre ragazzi. Anche nella nostra gelateria abbiamo avuto qualche episodio di provocazione nei riguardi delle ragazze al banco ma quando vedono arrivare me in genere si fermano. In ogni caso nelle ultime ore dell’apertura serale abbiamo ingaggiato una guardia giurata". Il geometra Glauko Meoni è rientrato nel suo studio, a pochi metri dal supermercato, ma ha il collo dolorante ed ha dovuto prendere una compressa di antinfiammatorio. "Ero uscito dallo studio alle 13 – racconta – e sono andato al supermercato a fare la spesa prima di andare a casa. Quando ho visto quello che stava succedendo sono intervenuto di istinto, ma poteva andare molto peggio".
Giacomo Bini