VALENTINA CONTE
Cronaca

Hotel e negozi in crisi: “Ci hanno lasciati soli. Rassegnati al silenzio dell’amministrazione”

Il maltempo dà il colpo di grazia a una situazione già difficile: “Le infrastrutture, soprattutto l’asse viario, meriterebbero battaglie”. Il punto del presidente di Confcommercio sulla situazione cittadina

Il presidente di Confcommercio Prato-Pistoia, Gianluca Spampani

Il presidente di Confcommercio Prato-Pistoia, Gianluca Spampani

Pistoia, 23 marzo 2025 – Gianluca Spampani, da presidente di Confcommercio Pistoia (e Prato) ha il quadro della situazione economica del territorio. Questo maltempo persistente quanto sta influendo sulle attività commerciali?

“Moltissimo. Troppe frane e troppe strade chiuse. Le infrastrutture sono un elemento centrale per l’economia, ma se si guarda il territorio provinciale vediamo che ci sono enormi difficoltà, con la Montagna e il San Baronto a fare da punta dell’iceberg. Diciamo che sulle infrastrutture, soprattutto sull’asse viario, ci sarebbe spazio per una battaglia politica e invece...”.

E invece?

“Tutto tace”.

Con quali conseguenze?

“La più grave: viene meno il clima di fiducia. Ci sono ponti chiusi da mesi che hanno visto posticipare più volte la loro riapertura. Questo fa diminuire la voglia di fare impresa in un periodo in cui è già difficile farla, con i negozi di vicinato in seria difficoltà e con l’e-commerce a farla da padrone”.

Gli acquisti on line, però, vengono incentivati in più modi...

“Vero. E aumentano le chiusure dei negozi sotto casa”.

Anche a Pistoia?

“A Pistoia c’è la situazione peggiore dell’intera regione. Il saldo fra nuove attività e chiusure è in rosso. Latita l’imprenditorialità, le iniziative sono limitate e il centro si sta spegnendo”.

A proposito di centro storico, abbiamo fatto un’inchiesta fra ristoratori, albergatori e commercianti. Tutti hanno lanciato l’allarme e tutti hanno chiesto iniziative che siano attrattive per i turisti e l’apertura serale della Ztl per favorire i residenti. Che ne pensa?

“È una richiesta ovvia considerato che in zona mancano i parcheggi. Se non si trovano accorgimenti, si demotivano le persone a uscire. Più in generale, è evidente che raccogliamo i frutti di tendenze internazionali che ci passano sopra la testa, ma non è solo questo”.

Cosa c’è di più?

“La scarsa iniziativa locale”.

Si spieghi meglio.

“Manca un progetto di città. Serve una programmazione a lungo termine che coinvolga il decoro urbano, i servizi, i parcheggi, le infrastrutture in senso lato. Bisogna ripartire dagli abitanti: è a loro che va dedicata la città, servono elementi per farla vivere sempre”.

Le iniziative non bastano?

“No, non bastano. Gli eventi hanno senso e sono molto utili se inseriti all’interno di un progetto”.

Un progetto di una città che sia a vocazione turistica?

“Certo. Il commercio è in crisi ovunque, ma ci sono città organizzate che sanno fare fronte alle varie crisi, che investono e che rilanciano”.

Tipo Lucca?

“Anche a Lucca i negozi chiudono, ma hanno una programmazione nata tanti anni fa e ora la città è meta turistica a prescindere dai Comics o dal Summer Festival”.

Comics che peraltro sono nati a Prato...

“Vero. Solo che a Prato non hanno trovato modo di svilupparsi e Lucca è stata brava e lungimirante, tanto da far diventare i Comics il fenomeno che sono oggi”.

E che danno lavoro anche alle città vicine.

“In termini di accoglienza senza dubbio. Nei giorni dei Comics, le attività ricettive lavorano a Montecatini, in Versilia e anche a Pistoia. Da cosa, nasce cosa”.

Lucca ha creato anche una sinergia con il carnevale di Viareggio.

“Ecco, appunto. Loro hanno ’Lucca crea’ che lavora proprio per questi obiettivi. E hanno trovato un accordo per una sorta di estensione del Carnevale anche nel capoluogo”.

Forse l’esempio più eclatante e recente, però, è quello di Arezzo, concorda?

“Con ’Arezzo Città del Natale’ hanno fatto un vero boom di presenze. Sono stati bravi”.

Per questo volete la Dmo?

“Certo. La Dmo serve a questo: a programmare, creare, realizzare. Loro hanno la Fondazione Arezzo Intour; gli altri hanno Lucca Crea”.

Il sindaco Del Rosso si è subito mosso in quella direzione, a Pistoia non se ne sente parlare.

“Del Rosso è stato bravo. Ci sono stati dei rallentamenti, ma la strada è intrapresa. A Pistoia, come detto, tutto tace”.

Restiamo sul capoluogo: l’arretramento dei consumi nei pubblici esserci è netto: perché?

“È calato il potere d’acquisto delle famiglie. C’è stata una vera e propria contrazione. Pensi che il potere d’acquisto del 2024 è inferiore a quello del 2019. Ora è vero che negli ultimi mesi il meteo non ha aiutato, ma non basta a giustificare simili numeri. Ci sono aspetti che non possono essere governati in ambito locale, ma altri potrebbero attutire gli eventi negativi. Le faccio un esempio: Prato ha il tessile. Direi solo il tessile. E l’amministrazione cosa fa? Cerca nuove idee per diversificare l’economia. Punta su Carmignano, punta sulla vicinanza con Firenze, punta sulla tramvia che dovrebbe collegare le due città. A Pistoia nessuno ha detto: perché non proviamo a portarla fino a qua?”.

C’è anche chi sostiene che, tutto sommato, ai pistoiesi vada bene così...

“Capisco cosa intende e in un certo senso è così, ma il commercio vale il cinquanta per cento dell’economia cittadina, quindi le famiglie hanno bisogno di certezze e, ora, anche di aiuti. Lo sa che il piano strutturale di Pistoia, al momento, non dice niente in materia di strutture ricettive?”.

Eppure nel 2022, durante il confronto fra candidati a sindaco di Pistoia, voi avevate fatte sull’argomento domande ben precise e avevate ottenuto risposte precise e confortanti. Cosa è cambiato?

“In quel dibattito i due candidati sembravano addirittura concordare su potenziamento delle infrastrutture, trasferimento in centro delle funzioni amministrative, collegamenti, parcheggi e Dmo per il turismo e invece siamo ancora qui a parlarne”.

Cosa è stato fatto?

“Di buono è stato fatto che sono state inaugurate e riqualificate alcune scuole e alcuni giardini, ma in tema di commercio...”.

Nemmeno l’opposizione va in pressing sull’amministrazione, come mai?

“Il motivo io non lo so, ma le posso dire che ci sentiamo soli a lanciare l’allarme e a gridare la situazione in cui versa la nostra città”.

E gli altri imprenditori?

“Solo ’Parco in Città’ vede più soggetti lavorare insieme per una manifestazione. Ma se si spengono i negozi, le vie rimangono buie. Questo è un motto di Confcommercio, ma è vero. Il buio porta insicurezza e la povertà crea povertà”.

Non traspare ottimismo dalle sue parole.

“Lo scenario non è roseo. Peraltro, la rappresentanza politica tende ad escludere la città di Pistoia perché il nostro territorio è diviso fra due circoscrizioni una che guarda alla Lucchesia, l’altra che guarda a Prato e al Mugello. Il risultato che la nostra provincia ha l’area della Piana che è attratta dal contesto Prato-fiorentino e l’altra dalla Lucchesia. Pistoia non è né di qua, né di là. Questo non aiuta”.

Quando è cominciato questo declino?

“Direi con la pandemia. Nell’era pre covid c’era una buona effervescenza legata agli operatori della Sala. Pistoia è stata la prima a partire, poi è stata seguita da Prato, che ora è meta serale di tanti pistoiesi. Dispiace, ma è comprensibile se la città non offre niente di nuovo”.

Secondo lei la lotta alla malamovida sulla Sala ha influito?

“Gli operatori vanno aiutati. Loro ci mettono impegno e idee per lavorare con la popolazione locale e non si possono sempre ’pressare’; ma se si lavora con i turisti allora serve che i turisti arrivino, che ci siano attrazioni, motivi per raggiungere la città che è deliziosa, ma ferma. Non solo i negozi sono in sofferenza, ma tutti i comparti. La grande imprenditoria che c’è qui lavora a livello nazionale se non addirittura internazionale, ma le importanti catene di franchising hanno chiuso. Pensi alla chiusura di Max Mara: dovrebbe far riflettere. Significa che la città non è più considerata attrattiva”.

Ma l’amministrazione comunale cosa vi dice?

“Noi abbiamo sempre avuto interlocuzioni con l’amministrazione comunale. A parole ci ha sempre detto che condividono la nostra preoccupazione. Ora siamo rassegnati alle sue non risposte. Peraltro, notiamo con rammarico l’assenza di dibattito pubblico. Non c’è contraddittorio, scambio di idee e di opinioni. Non c’è dialettica e succede soltanto qui. Già a Montecatini, per non parlare di Prato, il confronto, anche e sopratutto quello pubblico sui giornali, è costante e serrato. Ed è sempre costruttivo, per tutti”.

A proposito di Montecatini, il sindaco Del Rosso non ha perso tempo...

“Il sindaco è carico e ha tutto il nostro appoggio. Si è insediato da pochi mesi ed ha già aumentato la tassa di soggiorno. Noi per questo lo abbiamo applaudito. Una vera rottura rispetto al passato”.

Ma anche lì non è tutto rose e fiori..

“Montecatini vive altri problemi: si deve ricreare, deve rinascere, deve ritrovare la sua vocazione turistica che è svanita con la chiusura delle Terme. Deve tornare a essere invitante per soggiorni di almeno qualche giorno. Lì bisogna lavorare sulla bellezza della città, sull’estetica: è il suo cuore”.

Ma esiste un progetto?

“L’idea è quella di Montecatini città del benessere in senso lato, non solo acqua, ma anche natura, enogastronomia. Le terme dovranno essere il valore aggiunto”.

E il tema sicurezza?

“Guardi, questo è un argomento che non trova tutti concordi. C’è chi lancia allarmi per le risse e i vandalismi, c’è chi sostiene che in realtà sia ancora una città sicura. Noi stiamo facendo analisi e riflessioni”.

In pratica: sia a Pistoia sia a Montecatini è fondamentale investire in maniera seria sul turismo. Giusto?

“Sì. Il turismo è una competizione mondiale. Ha bisogno di programmazioni attente e serie. Pensi che in Arabia Saudita agli stranieri è concesso bere alcolici negli hotel: questo dovrebbe dire tutto”.