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Il ciclo di ripulitura dell’acqua con i capelli
Nonostante si parli sempre di più di fonti rinnovabili, il petrolio resta una delle risorse maggiormente sfruttate. I suoi derivati sono infatti nostri alleati nella vita quotidiana e si impiegano come combustibili per il riscaldamento o come carburante per le auto. Questo materiale è però altamente inquinante: il petrolio in mare è una delle forme più gravi di contaminazione dell’acqua e delle creature che ci vivono.
Per ripulire gli sversamenti di petrolio in mare l’organizzazione no profit belga Dung Dung di Patrick Janssen ha dato vita ad Hair Recycle Project, un progetto ambizioso che utilizza i capelli umani per realizzare filtri anti inquinamento e ripulire il mare dagli sversamenti di petrolio. Grazie al contributo di vari parrucchieri sparsi nel mondo, Dung Dung colleziona enormi quantità di ritagli di capelli, che vengono poi trattati e compattati, attraverso apposite macchine, in grandi forme quadrate che verranno posizionate alla foce dei fiumi fungendo da filtro purificante prima che le acque sporche raggiungano il mare.
Già da tempo i capelli vengono utilizzati per tutelare l’ambiente: in Francia la start-up Capillum è stata la prima a raccogliere e riciclare i capelli per scopi eco-responsabili. I capelli assorbono gli agenti inquinanti e trattengono gli idrocarburi nelle loro scaglie fino a otto volte il loro peso. La prossima volta che andiamo dal parrucchiere, chiediamogli se fa parte di questa incredibile rete che si impegna a salvaguardare le acque. Non sarà molto, ma una moltitudine di gocce formano un oceano. Pulito.